lunedì 20 agosto 2012

Rototom 2012 - Notte di storici giamaicani e reggae sudamericano

di Pier Tosi
Il Motivo conduttore del lunedì del Sunsplash 2012 è l'accostamento tra diversi momenti storici della musica giamaicana di alto livello con la grande forza espressiva del reggae in Sud America dove la musica in levare si arricchisce di nuove suggestioni veicolando importanti messaggi in lingua spagnola.
L'avvio sul Main Stage è da brivido con i leggendari Congos. Parliamo di uno dei nomi più straordinari del roots reggae degli anni settanta. Questo gruppo vocale era composto da Cedric Myton, Roy Johnson e Watty Burnett. A dire il vero i Congos erano un duo e l'aggiunta della voce baritonale di Watty Burnett fu proprio un'idea del geniale Lee Perry che iniziò a produrre i loro straordinari intrecci vocali mescolandoli ai suoi peculiari suoni. Sin dai primi brani come 'Congo man' e 'Ark of the covenant' era evidente che le voci dei Congos legavano alla perfezione con il suono denso e mistico di Lee Perry e fu con grande disappunto che Scratch accolse la decisione di Chris Blackwell di non distribuire il loro album capolavoro 'The heart of Congos' sulla sua Island Records. L'album usci' solamente sulla etichetta personale di Lee Perry e divento' un simbolo dei capolavori del roots giamaicano amati dai collezionisti ma sconosciuti al grande pubblico. Il gruppo continuo' la carriera con altri ottimi dischi come 'Congo Ashanti' e 'Image of Africa'. Nel 1996 fortunatamente la Blood & Fire ha 'restaurato' in CD 'The heart of Congos' dando una nuova notorieta' al gruppo che ha iniziato una nuova carriera di concerti ed incisioni comunque basata sulla loro fama leggendaria costruita negli anni '70.
Si prosegue con Max Romeo, un degli eroi del periodo in cui il reggae è nato e si è sviluppato raggiungendo enorme fama in tutto il mondo. Il suo primo grande successo 'Wet dreams' prodotto da Bunny Lee ha scalato le classifiche pop in Inghilterra nel 1969 e lo ha portato alla pubblicazione l'anno seguente del suo primo album 'A dream'. Max si è ben presto trovato in mezzo ad un vero e proprio vortice creativo grazie alla stretta collaborazione con produttori come Niney The Observer e Lee Perry: si è messo in evidenza in questo periodo con brani di ispirazione Rasta ed con il supporto musicale in campagna elettorale al leader del PNP Michael Manley di cui Max era fervente ammiratore. Dalla collaborazione con Lee Perry sono arrivate le sue gemme più preziose come 'One step forward', 'Chase the devil' e 'War inna Babylon' contenute nell'album che porta il nome di quest'ultima.
A questo punto è di scena il suono sudamericano: Cultura Profética è il gruppo più rivoluzionario di musica giamaicana in spagnolo. Con estrema dolcezza sanno proporre un viaggio unico e originale in ogni loro apparizione dal vivo. Durante i loro msgnifici concerti mescolano al reggae lovers altre influenze provenienti dal dub, dall'hip hop e dalla dancehall, o da stili musicali più tipicamente latini come il bolero, il son o il tango. La combinazione drum & bass, oltre a essere potente, facilita il compito della voce principale, appoggiandola costantemente con dei cori. La loro sezione di fiati contraddistinta dal calore dei Caraibi e della salsa ci riporterà ai tempi dei grandi gruppi di latin-jazz degli anni 60.
Chiude questa entusiasmante serata sul Main Stage il più grande artista dancehall della storia: Beenie Man ha ottenuto questo titolo grazie ad un incredibile mix di capacità tecnica ed inventiva che gli hanno sempre permesso grandi prodezze su ogni tipo di ritmo. E'nato nel 1973 e alla fine degli anni settanta ha iniziato a frequentare le dancehall e gli studi di registrazione in tenerissima eta' quando era ancora talmente piccolo da avere bisogno di una cassa di birra sotto i piedi per raggiungere il microfono. Raggiunta la maturità con già alle spalle un quasi incredibile bagaglio di esperienza ha una vera e propria esplosione creativa dopo il 1995: la sua serie di numeri uno che tutta la Giamaica (e non solo) canta e balla è impressionante, viene votato per quattro anni di fila deejay dell'anno, appare nel 1997 nel film 'Dancehall Queen' di cui contribuisce a lanciare anche la colonna sonora e ottiene nel 2001 il Grammy Award con il suo album 'Art & life'. Le sua ormai storica rivalità con Bounty Killer ha alimentato per anni le vicende di un ambiente creativo assai competitivo come la dancehall giamaicana ed ha al suo attivo svariate combinations con grandi artisti della black music come per esempio Janet Jackson e Wyclef Jean.
Le emozioni però non sono finite per gli appassionati della dancehall e si prosegue alla grande in Dancehall Yard con Black Chiney e Shashamane International. Seppur basato a Miami Black Chiney è a tutti gli effetti un sound system giamaicano: l'altra particolarità è che tutti i suoi membri hanno discendenza cinese oltre che afro-giamaicana e questo spiega il nome della crew, presente nella Dancehall Yard di questa edizione. Tutto nacque nel 1999 con l'unione di Supa Dups e Bobby Chin: seppur molto giovani entrambi erano da qualche tempo già nel mondo della dancehall Supa Dups come irruento deejay radiofonico e produttore e Bobby Chin come selecter forte dell'esperienza con Poison Dart. Dal primo CD mixato 'Black Chiney vol.1: Enter The dragon con la sua folle miscela di dancehall, R&B ed hip hop l'enorme successo di Black Chiney poggia sugli innumerevoli altri mixtapes, su una rapida escalation come 'clash sound' con varie importanti vittorie su scala mondiale e sull'attività della loro etichetta omonima che dal 2004 ha prodotto grandi riddims dancehall e reggae per artisti come Capleton, Vybz Kartel, Akon, Nina Sky, Elephant Man e molti altri. Oltre a Dups e Chin fanno attualmente parte della crew anche Willy Chin, Walshy Killa, Special K e Brandon Lee. Il sound africano Shashamane International invece è salito alla ribalta con alcune vittorie a soundclashes intorno al 2009 (storica per esempio la vittoria contro One Love Hi Powa al World Clash di quell'anno a Londra) ma è comunque un sound ben noto da molto tempo ai maniaci della dancehall. La fondazione della prima unità a Nairobi in Kenya risale addirittura al 1984 ed i trasferimenti del fondatore Papa Bingi in Danimarca ed a New York hanno dato vita ad altri due sets e soprattutto una ottima rete di contatti per rimpinguare una dub box ormai veramente possente con chicche sia sul versante roots che su quello dancehall. Basti pensare che un emozionante incontro a Londra nel 1988 con un artista leggendario come il compianto Dennis Brown ha fruttato loro il primo special iniziando una lunga serie di conquiste sonore.
Nelle altre sue apparizioni al festival Shashamane International ha sempre fornito notevoli prestazioni. Anche la Dub Station offre una serata di alto livello con i padroni di casa Blackboard Jungle uniti a O.B.F. e ad Iration Steppas. O.B.F. è uno dei migliori sound della scena deep roots francese ed è composto da Rico (dub maker, Selector, mic) e Guyohm (dub maker, selector, operator). Amano definirsi i 'guerrieri del dub' e sono in grado di suonare un ampio spettro di deep roots & dub music partendo dai classici degli anni settanta fino ai più esclusivi dubplate. In questa session saranno accompagnati da Shanti D al microfono. Iration Steppas provengono da Leeds e sono tra i più autorevoli continuatori della tradizione inglese dei dub sounds iniziata negli anni settanta da personaggi come Jah Shaka, Fatman o Coxsone Outernational. Anche loro sono passati dalla realizzazione dei dubplates da suonare alle sessions alla vera e propria produzione musicale molto apprezzata dai cultori del genere. Mark Iration e compagni sono noti per l'energia selvaggia con cui conducono le loro sessions oltre che per i loro spettacolari materiali esclusivi a volte preparati anche solo per dare carattere peculiare ad un unica dance. Per la terza volta sarà presente al microfono con Iration Steppas l'MC Maki Banton.
La Showcase Area offre i concerti di Shakti I & I e di Red Gold & Green mentre allo Ska Club si balla con l'easy skanking di Bandits, Marc Faith e gli inglesi Earl Gateshead e Natty Bo.

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