martedì 29 marzo 2022

Soul Shakedown Party 29 marzo 2022

https://www.podomatic.com/podcasts/piertosi/episodes/2022-03-29T15_18_01-07_00

https://piertosi.podomatic.com/enclosure/2022-03-29T15_18_01-07_00.mp3

Intervista a David Hill di Soul Revivers che ci parla del loro disco di debutto 'On The Groove'

I parigini Street Rockaz producono il Ruffa Dan Dem riddim: cuts di Jah Mason e Stranjah Miller

Due cuts anche per il City Riddim di casa Oneness: Queen Omega e Yaadcore

Attesissimo album nuovo di Horace Andy prodotto da Adrian Sherwood

Soul Shakedown Party in dub: King Jammys vs. Mad Professor

Nuovo bellissimo ritmo per Awa Fall

Sugar Roy e la Fireball Crew riprendono un ritmo di Dennis Brown

Nuovo singolo su Bizzarri Rec. per Lion D 

Anche Cedella Marley nel tributo in reggae a Nina Simone

E' uscito anche l'atteso album di Koffee

Ottima doppia compilation Trojan dedicata a Dennis BovellLuciano

La Dream Selection di oggi dedicata al roots & culture tra anni settanta ed ottanta: Aksumites, Zap Pow, Al Campbell, Prodigal Creator, Delroy Wilson, Dennis Brown Dillinger, Yabby You...

Royal Sounds & Friends - Roots From The Concrete (Live Concert x Documentary 2022)


lunedì 28 marzo 2022

Reggae Radio Station 27 marzo 2022

https://www.radiopopolare.it/podcast/reggae-radio-station-di-dom-27-03-22/

https://radiopopolare.it/download.php?file=https://pod.radiopopolare.it/reggaeradiostation_1_27_03_2022.mp3



( Dennis Borwn ) - Praise Without Raise

( Half Pint ) - Dance Hall Vibes

( Ini Kamoze ) - Hail Mi Idrin






 

 

( Queen Ifrica ) -  Four Women

( Maya Azucena ) - Mr Bojangles

( Joss Stone ) - Here Comes The Sun





 

1978 ( Wailing Souls ) - Jah Jah Give Us Life To Live 

1988 ( Jc Lodge ) - Telephone Love ( 45 )

1998 ( Buju Banton ) – Destiny

2008 ( Stephen & Damian Marley ) - the mission

2018 ( Damian  & Stephen Marley ) - Medication 

2021 ( Papa Leu ) - Sta Sbaglianu

 

 




 

( Brusco ) – Monumento

( De Strangers ) - Wake Up

( Fe de Rio ) - Pecora Nera









Let Loose Riddim


 

R&D Vibes 26 marzo 2022 - NATTY TAKE OVER

https://www.podomatic.com/podcasts/redvibes/episodes/2022-03-27T23_01_14-07_00

https://redvibes.podomatic.com/enclosure/2022-03-27T23_01_14-07_00.mp3

Linea di Massa LDM Sound System - Reasoning (unreleased)

Ken Boothe - Tell Me Why (Acid Jazz Records)

Ms Maurice - Look No Further (Acid Jazz Records)

Justin Hinds & The Dominoes - Botheration 

Justin Hinds & The Dominoes - Carry Go, Bring Come (Treasure Islands) 

Justin Hines & The Dominoes - Rub Up, Push Up (Island)

Justin Hines and the Dominoes - Natty Take Over (Island Records)

Raymond Wright & Soulnation Band - Reggae Fun (SoulNations Productions & Evidence Music)

Don Hartley - Woe Be Unto Dem (Fat Bird Recordings)

Don Hartley - Woe Be Unto Dem Dub (Fat Bird Recordings)

Johnny Clarke - We Want Unity (ROUGH SIGNAL Records)

Colourman - U.N.I.T.Y. (ROUGH SIGNAL Records)

Dub Kazman feat. Mr Green & Lu Fiorello [live pon de mic] - Unity Dub (ROUGH SIGNAL Records)

Pupa Saga Saga feat. Galas - What a Gwan (Vibes Records)

Galas - Warmonger (4Weed)

Galas - Plant a Seed (RKS Records)

Roberto Sanchez - Plant a dub (RKS Records)

Burning Spear - Live Good (RKS Records)

Dan I - Run Come Rally [vocal mix 2] (Imperial Sound Army Records)

Lee Scratch Perry - Chase The Devil (Echo Beach)

sabato 26 marzo 2022

Soul Shakedown Party on Hitz 92 FM Jamaica March 24

https://www.podomatic.com/podcasts/piertosi/episodes/2022-03-26T03_43_57-07_00

https://piertosi.podomatic.com/enclosure/2022-03-26T03_43_57-07_00.mp3

King Jammys – Dub Fi Social Distance (King Jammys Destroys The Virus With Dub album, Greensleeves)

Mad Professor – Rasta Deception (Covidub Illusion album, Ariwa)

King Jammys – Dub Tribute To All The Hospital Workers (King Jammys Destroys The Virus With Dub album, Greensleeves)

Mad Professor – Covid Illusion (Covidub Illusion album, Ariwa)

King Jammys – Dub On The Front Line (King Jammys Destroys The Virus With Dub album, Greensleeves)

Mad Professor – Dance When You're Free (Covidub Illusion album, Ariwa)

Micah Shemaiah – Still (Still album, Zion High)

Chronixx – Safe & Sound (Chronixx Music single)

Bob Marley – Ride Natty Ride (Survival album, Island)

Chezidek – Road Broad (My Life album, Axx)

Macka B – My Wife Can Answer My Phone (Mark Top Secret single)

Clinton Fearon – The Human Chain (Havana Meets Cuba Vol.2 album, Mista Savona)

Piero Dread/Empress Chai – The Time Has Come (Vibes Point single)

Big Simon/Ranking Joe – Reggae Music Addicts (Big Simon single)

U Roy – Wake The Town (Solid Gold, Trojan Jamaica)

Alan Moe Monsarrat – Scandal Bag (DJRJ single)

Unlock The Riddim



venerdì 25 marzo 2022

giovedì 24 marzo 2022

Wake The Town Riddim


 

Ucraina, etica della responsabilità e nonviolenza: ecco cosa fare di fronte alla crisi

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/03/23/ucraina-etica-della-responsabilita-e-nonviolenza-ecco-cosa-fare-di-fronte-alla-crisi/6535147/

di Pasquale Pugliese, filosofo del Movimento Nonviolento; Giorgio Beretta, analista della Rete Italiana Pace Disarmo


Non mi considero un nonviolento militante, ma ho acquistato la certezza assoluta che o gli uomini riusciranno a risolvere i loro conflitti senza ricorrere alla violenza, in particolare a quella violenza collettiva e organizzata che è la guerra, o la violenza li cancellerà dalla faccia della terra. [Norberto Bobbio, Il problema della guerra e le vie della pace]

Nonostante le organizzazioni impegnate per la pace e il disarmo siano al lavoro 365 giorni all’anno con campagne informative e politiche, i “pacifisti” non sono mai stati chiamati tanto in causa nel dibattito pubblico come in questo momento. Ma quasi mai vengono invitati a presentare le loro posizioni: i diversi commentatori ne parlano facendo riferimento ad un’entità astratta, come una massa indistinta sventolante bandiere arcobaleno, della quale sanno poco o nulla per quanto riguarda i riferimenti culturali, le analisi, le ricerche, le azioni, le proposte. Chi vuol parlare di “pacifismo” – per contestare nel merito le posizioni dei pacifisti – dovrebbe almeno conoscere definizioni e questioni, elaborate da decenni di cultura e pratica della nonviolenza, sviluppate e applicate nell’ambito dalla peace research internazionale che ne fondano le proposte. A cominciare dalla conoscenza delle distinzioni semantiche di base, dei principi etici di riferimento, delle norme giuridiche che li recepiscono. Ecco allora alcuni elementi di base.


LEGGI ANCHE

“Tra guerra e resa esiste una terza via”, “Inviare armi esigenza morale e strategica”. La lettera del pacifista Valpiana e la risposta di Gad Lerner


Conflitti e guerra

Mentre nel contesto anglofono conflict e war fanno riferimento ad ambiti di significato differenti, in italiano le parole “conflitto” e “guerra” vengono usate in modo interscambiabile. E poiché costruiamo i pensieri attraverso le parole che usiamo, questa sovrapposizione di significati porta con sé una confusione nel ragionamento che è di grave ostacolo nella comprensione delle possibilità di soluzioni alternative alle guerre per affrontare i conflitti: è proprio nella differenza tra conflitto e guerra che si apre lo spazio della prevenzione, della mediazione, della riconciliazione. Ossia dell’evoluzione nonviolenta o, almeno, non armata del conflitto. Il conflitto è un elemento fisiologico nelle relazioni umane in tutte le dimensioni, interpersonali, intergruppali, internazionali: i conflitti sono lo spazio della conquista dell’autonomia, dell’emancipazione, dei diritti sociali e civili. Il conflitto è il polemos eracliteo, “padre di tutte le cose”. La guerra è invece la patologia del conflitto, la sua degenerazione violenta, quando nessuno se ne prende cura o, peggio, quando è alimentato con l’invio di armi alle parti in lotta, anziché di mediatori. I quali, tanto nei conflitti interpersonali, quanto in quelli internazionali – a differenza dei commentatori da tastiera – hanno ben presente la distinzione tra conflitto e violenza e la necessità di trattare il primo senza ricorrere alla seconda.


Forza e violenza

Anche i concetti di violenza e forza – che subiscono anch’essi in una confusione semantica – fanno riferimento a due cornici di significato ben distinte. La forza non è necessariamente violenta e non si esercita esclusivamente attraverso la violenza; e la violenza (come sanno gli psicologi) non è sempre indicazione di forza, anzi. Anche la nonviolenza esercita una specifica forza che Mohandas K. Gandhi chiamava satyagraha, ossia “fermezza nella verità”, che si esercita attraverso un metodo, aperto a sempre nuovi contributi, e una varietà potenzialmente infinita di tecniche. Per esempio Aldo Capitini, il filosofo italiano della nonviolenza, ne “Le tecniche della nonviolenza” distingue tra “tecniche individuali” e “tecniche collettive” e Gene Sharp, attivista e teorico statunitense della “Politica dell’azione nonviolenta”, ne elencava fino a 98 già negli anni ‘70 del secolo scorso tra quelle sperimentate nelle lotte nonviolente. Tra le quali, oltre alle classiche campagne gandhiane e ai movimenti per i diritti civili, sono da annoverare anche i tanti ed efficaci episodi di resistenza nonviolenta in Europa durante le occupazioni naziste, a cominciare dalla resistenza danese sulla quale – scriveva Hannah Arendt ne “La banalità del male” – “si dovrebbero tenere lezioni obbligatorie in tutte le università ove vi sia una facoltà di scienze politiche, per dare un’idea della potenza enorme della nonviolenza”.


Pacifismo e nonviolenza

Questo ci porta già all’interno della disambiguazione di senso tra pacifismo e nonviolenza, parole anch’esse usate spesso come sinonimi. In realtà ci sono almeno due differenze da mettere in evidenza. La prima è che culturalmente il pacifismo fa riferimento all’idea irenica di un mondo senza conflitti, ossia pienamente pacificato; sul piano politico questo atteggiamento si manifesta nella condanna delle guerre attraverso forme di protesta, ma senza la costruzione per tempo di alternative credibili e praticabili. L’approccio nonviolento, al contrario, si misura con la consapevolezza dell’esistenza dei conflitti, della loro ineliminabilità e si manifesta con la ricerca e costruzione di alternative positive per affrontarli attraverso strumenti differenti dalla violenza. Per fare questo la nonviolenza opera attraverso un lavoro di ricerca, educazione ed azione volto a decostruire tutti i livelli di violenza, dal più profondo al più superficiale – culturale, strutturale, diretta, secondo l’articolazione che ne ha fatto Johan Galtung, uno dei fondatori dei peace studies – non “svegliandosi” solo in occasione delle degenerazioni belliche dei conflitti, ma operando tutti i giorni per il disarmo e per la costruzione di forme civili, non armate e nonviolente sia di difesa che di intervento. Naturalmente, poiché il lavoro nonviolento avviene sotto traccia giorno dopo giorno – in Italia almeno dal 1948, dall’obiezione di coscienza al servizio militare di Pietro Pinna – è quello meno visibile, meno conosciuto e riconosciuto dal circo mediatico.


LEGGI ANCHE

Spesa militare Ue, mai tanti soldi. Il report che denuncia conflitti d’interesse e opacità: “Prima tra le aziende finanziate è l’italiana Leonardo”


Utopia e realismo

Inoltre, le posizioni “pacifiste” vengono accusate di “utopia” mentre la presa d’atto della necessità di guerre e armamenti viene indicata come “realismo”. Eppure lo studio della storia dimostra il contrario: ossia la violenza, e in particolare la violenza estrema ed organizzata della guerra, raramente risolve i conflitti e, anche quando li risolve, non dirime ragioni e torti: i vincitori non necessariamente sono nel giusto, ma sono quelli che fanno il maggiore uso della forza armata. Nel frattempo la macchina bellica prepara la guerra successiva che sarà sempre combattuta con armi più potenti e distruttive della precedente. E, guerra dopo guerra, milioni di morti dopo milioni di morti, l’umanità è ormai sotto scacco di un arsenale atomico che può distruggere più volte l’umanità e il pianeta. Affidare la pace e la sicurezza a più anziché a meno armamenti, alla preparazione della guerra anziché alla preparazione della pace, rappresenta dunque la disfatta del pensiero razionale. La diffusione mediatica di questa credenza copre i concretissimi interessi del complesso militare-industriale (rispetto al quale metteva in guardia le democrazie già il presidente Usa Dwight D. Eisenhower nel 1961), con il costante segno più nei profitti dell’industria degli armamenti: questo sì estremamente realistico e potente. Se anziché sui corpi delle persone le guerre fossero valutate in laboratorio, come esperimenti scientifici sulla loro capacità di dare risposte positive nella risoluzione dei conflitti, sarebbero state abbandonate, almeno, dai tempi di Galileo Galilei.


Etica della responsabilità nella situazione nucleare

Il realismo della nonviolenza affonda le sue radici nella classica distinzione di Max Weber tra ”etica dell’intenzione” e ”etica della responsabilità”. Nell’etica dell’intenzione ci preoccupiamo di avere la coscienza a posto rispetto all’obiettivo da conseguire, qualunque esso sia, e quindi ogni mezzo appare legittimo per raggiungere il fine, senza occuparci delle conseguenze. L’etica della responsabilità, al contrario, si chiede e cerca di prevedere e valutare le conseguenze del proprio agire, per cui se il perseguimento di un obiettivo buono rischia di produrre “effetti collaterali” negativi, bisogna mettere in campo dei mezzi coerenti con i fini da raggiungere. E’ la regola aurea della nonviolenza: “tra il mezzo e il fine c’è lo stesso inviolabile nesso che c’è tra il seme e l’albero” (Moandhas K. Gandhi). Nel nostro tempo, il principio responsabilità, formulato da Hans Jonas che lo ha declinato come “etica per la civiltà tecnologica”, prescrive: “Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la sopravvivenza di un’autentica vita umana sulla terra”. La quale, da Hiroshima in avanti, è sotto la spada di Damocle della minaccia atomica, colpevolmente rimossa dalla coscienza collettiva dopo l’abbattimento del muro di Berlino, seppur oggi presente più che mai. Dunque qualunque azione politica, soprattutto all’interno di una dimensione di conflitto internazionale, non può non tenere conto della situazione atomica così come definita dal filosofo Günther Anders: “La tesi apparentemente plausibile che nell’attuale situazione politica ci sarebbero (fra l’altro) anche armi atomiche è un inganno. Poiché la situazione attuale è determinata esclusivamente dall’esistenza di armi atomiche, è vero il contrario: che le cosiddette azioni politiche hanno luogo entro la situazione atomica”. E’ responsabile e realistico tenerne conto ed agire di conseguenza a cominciare dalla gestione dei conflitti internazionali.


Il “ripudio” del “flagello” della guerra

I Costituenti italiani, per esempio, iniziarono a lavorare alla Costituzione a poco meno di un anno dalla tragedia delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Essa fu scritta con un linguaggio semplice, efficace, inequivocabile. Per questo non sembrò abbastanza chiaro il verbo “rinunciare” della prima stesura dell’Articolo 11, perché avrebbe mantenuto implicitamente l’idea di un diritto al quale si rinuncia, e scelsero il verbo “ripudiare” che contiene il disprezzo per ciò che si è conosciuto e si vuole allontanare per sempre. L’incipit del definitivo Articolo 11 – “L’Italia ripudia la guerra” – diventò così elemento fondante di una storia nuova rispetto al fascismo fondato proprio sul militarismo come elemento identitario. Inoltre, non sembrò sufficiente ripudiare la guerra come “strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”, ma fu aggiunto anche come “mezzo di risoluzione delle controverse internazionali” perché i Costituenti erano consapevoli che nessun conflitto può essere risolto davvero con la guerra. Soprattutto nell’epoca atomica: è l’introduzione dell’etica della responsabilità nella Costituzione. Il secondo comma dell’articolo 11, infine, che “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni” e “promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”, fa riferimento alle Nazioni Unite che erano nate già nell’ottobre del 1945 con lo stesso spirito della Costituzione italiana per “liberare l’umanità dal flagello della guerra” attraverso la risoluzione delle “controversie internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in pericolo” (Carta delle Nazioni Unite, Art. 2). La Nato, come alleanza militare difensiva, sarebbe stata costituita solo nel 1949.


LEGGI ANCHE

Ucraina, Draghi: “Contribuiamo alla carneficina con l’invio di armi? Il ragionamento ci porta a giustificare autocrati come Hitler e Mussolini”


L’agire nonviolento e la “neutralità attiva”

E’ all’interno di questo orizzonte di senso – etico, politico e giuridico – che agiscono in maniera propositiva e pro-attiva le organizzazioni impegnate per la pace, il disarmo e la nonviolenza oggi riunite nel network Rete Italiana Pace e Disarmo, in collegamento con analoghe reti internazionali, che promuovono da tempo campagne per la riconversione sociale delle spese militari, il controllo del commercio di armamenti, la riconversione civile dell’industria bellica, la costituzione della difesa civile non armata e nonviolenta, la proibizione delle armi nucleari secondo quanto previsto dal Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) del 2017. Queste campagne, in maniera integrata e connessa, oltre a voler liberare ingenti risorse oggi sequestrate dalle spese in armamenti, prefigurano e mettono in campo una capacità di affrontare i conflitti in maniera lungimirante, responsabile e costituzionale. In questo quadro di riferimento, Rete Italiana Pace e Disarmo ha condannato l’azione militare in Ucraina da parte della Federazione Russa e ha proposto la “neutralità attiva”, che fa riferimento non ad un atteggiamento di “equidistanza” tra aggredito ed aggressore, ma ad un approccio pacifista nelle relazioni internazionali come teorizzato e sviluppato autorevolmente, per esempio, anche da Olof Palme, primo ministro svedese durante la guerra fredda dal 1969 fino al suo omicidio nel 1986. La neutralità attiva è sia mezzo che fine. Come mezzo, è la rinuncia la parte del nostro paese ad ogni forma di sostegno, diretto e indiretto, al conflitto armato – compreso l’invio di sistemi militari ad una delle parti – per promuovere una effettiva de-escalation della violenza armata, la via diplomatica e le iniziative nonviolente di interposizione. Come fine, si contraddistingue, sul piano politico e militare, per sostenere la piena autonomia dell’Ucraina nei confronti delle potenze nucleari, Stati Uniti e Russia. Il presupposto fondamentale è naturalmente l’immediato “cessate il fuoco”.


A questo punto, che fare?

Intanto le cose da non fare. Consideriamo l’invio di armi in Ucraina, da parte dei governi occidentali e in specie di quello italiano, una scelta inaccettabile sul piano etico, sbagliata sul piano politico ed al limite della legalità sul piano giuridico. E’ inaccettabile perché – per quanto l’Ucraina abbia deciso si rispondere all’invasione russa con la resistenza armata – l’invio di armi non risponde al principio di responsabilità nel contesto concreto del rischio di guerra atomica tra potenze nucleari che mette in pericolo l’umanità: lo stesso Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha affermato che “la prospettiva di un conflitto nucleare, una volta impensabile, è ora tornata nel regno delle possibilità”. E’ sbagliata perché l’aggiunta continua di armi alle armi già presenti non solo getta benzina su fuoco in un incendio che divampa, allontanando anziché avvicinare il momento del cessate il fuoco, dando forza agli oltranzisti anziché ai negoziatori, ma rappresenta anche un atto concreto di belligeranza. E’ al limite della legalità perché, anche se è stata formalmente osservata la norma della legge 185 del 1990, l’invio di armi rappresenta un atto sostanzialmente contrario al ripudio costituzionale della guerra come “mezzo di risoluzione delle controverse internazionali”.


Che fare, dunque? A questo punto, due cose fondamentali. La prima, sostenere attivamente tutti coloro che – all’interno dei due fronti contrapposti – si muovono con l’etica della responsabilità e la forza della nonviolenza: gli obiettori di coscienza, i disertori, i resistenti alla guerra e i dissidenti alla logica bellica i quali stanno pagando in prima persona e a caro prezzo le loro azioni. Dando voce e forza ai costruttori di pace russi e ucraini che chiedono ai rispettivi governi di deporre le armi e di sedersi al tavolo delle trattative. La seconda: imparare da questi errori e intraprendere già da oggi la strada del disarmo e della nonviolenza anziché una nuova folle corsa agli armamenti, come invece è stato proposto da un ordine del giorno votato ad ampia maggioranza il 16 marzo scorso in Parlamento. Per dare una chance al futuro, prima che sia troppo tardi.




mercoledì 23 marzo 2022

Soul Shakedown Party 22 marzo 2022

https://www.podomatic.com/podcasts/piertosi/episodes/2022-03-22T16_18_15-07_00

https://piertosi.podomatic.com/enclosure/2022-03-22T16_18_15-07_00.mp3

Intervista a Giallo Man che ci presenta il suo nuovo lavoro 'Bonfyah'

Inizio con una nuova grande tune di Kristine Alicia

Stephen Marley produce un EP tributo reggae a Nina Simone: tune di Queen Ifrica 

Gli inglesi Upper Cut Band ospitano nel loro ultimo album Carrol Thompson e Earl Sixteen

La prossima settimana intervista a David Hill dei Soul Revivers: tune con Earl Sixteen

Il grande talento di Roberto Sanchez

Sugar Roy e la Fireball Crew riprendono un ritmo di Dennis Brown

Nuovo ritmo prodotto da Big Simon chiamato Heartbeat riddim 

Stupendo primo lavoro di lunga durata degli inglesi Soul Revivers

Nuovo singolo per il grande Macka B

Annunciate dal Rototom Sunsplash 2022 le presenze di Burning Spear e Damian Marley

Nuovo rese soul dei suoi vecchi classici oer Luciano

La Dream Selection di oggi dedicata ai suoni giamaicani tra fine '60 e primi '70: Wailers, Freddie McKay, Derrick Harriott, Shorty The President, The Concords, Lloyd Parks, Prince Buster... 

martedì 22 marzo 2022

Pretty Looks Riddim


 

lunedì 21 marzo 2022

Rototom Sunsplash 2022 - Burning Spear confermato

https://rototomsunsplash.com/it/burning-spear-confirmado-para-el-rototom-sunsplash-2022/

https://www.blogger.com/blog/post/edit/1477353304929023711/91841514202226046#




Reggae Radio Station 20 marzo 2022

https://www.radiopopolare.it/podcast/reggae-radio-station-di-dom-20-03-22/

https://radiopopolare.it/download.php?file=https://pod.radiopopolare.it/reggaeradiostation_1_20_03_2022.mp3

( Toots & The Maytals ) - Pressure drop
( Third World ) - Reggae Ambassador
( Sugar Minott ) - Herbman Hustling

( Charly Black & Julian Marley ) - People of the Country
( Groundation ) - Original Riddim
( Bob Marley & the Wailers ) - One Foundation

( Shenseea ) - Henkel Glue (feat. Beenie Man)
( Shenseea ) - Lying If I Call It Love (feat. Sean Paul)

1977 ( Third World ) - 96 Degrees In The Shade ( 73 )
1987 ( Leroy Gibbons ) - magic moment ( 97 )
1997 ( The Taxy Gang ) - Mission Impossible
2007 ( Pressure ) - Love and Affection
2017 ( Shenseea & Kartel ) - Loodi
2021 ( Mellow Mood ) - Laser Sight

RRRadio Connection 13,0 -

( Bob Marley ) - War
( Peter Tosh ) - Equal rights
( Luciano ) - For The Leaders
( Mellow Mood ) - Sound of a War
( Ginjah ) -These Arms
( Etana ) Young Gifted And Black
( Denroy Morgan ) - Ill Do Anything For You
( Denroy Morgan ) - Sweet Tender Love





 

 


Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "X 1999 /- Quercia VENERDI 25 MARZO VIT VITOWAR IRISH CLUB SALICE TERME VAI cosi legalize"

Gipsy Woman Riddim


 

R&D Vibes 19 marzo 2022 - EVER GREEN

https://www.podomatic.com/podcasts/redvibes/episodes/2022-03-21T01_15_32-07_00

https://redvibes.podomatic.com/enclosure/2022-03-21T01_15_32-07_00.mp3

Linea di Massa LDM Sound System - Reasoning (unreleased)

JonQuan meets EasyD - Sunny Monday (Easy Star Records)

Soom T - World We Live In (X-Ray Production)

Smoke and Mirrors - Learn or Burn
Elvis Costello - Watching the Detectives (Stiff Records)

The Specials feat. Hannah Hu - Listening Wind (Island Records)

Dj Vadim and Dajla - Fear No Evil
Soul Revivers feat. Earl 16 - Got to Live (Acid Jazz Records)

Mista Savona & Clinton Fearon - The Human Chain (Baco Records)

Ranking Joe meets aDUBta & The Black Oak Roots Allstars - Stop Putin! (aDUBta - Oneness Records)

Ranking Joe meets aDUBta & The Black Oak Roots Allstars - Stop Putin! [instrumental] (aDUBta - Oneness Records)

Indubious feat. Mike Love - Ease and Flow [Ted Bowne Remix] (Easy Star Records)

Indubious - Ease And Flow Instrumental  [Ted Bowne Remix] (unreleased)

Solo Banton - We Pulsating (Scotch Bonnet)

Sanchez - Praise Jah (Ras Records - Mango - Xterminator)

Sanchez - Praise Jah Dub (Ras Records - Mango - Xterminator)

Afrikan Simba - Racism (King Shiloh Records)

Micah Shemaiah - Dem A Kill We (Black Redemption Records - Lion’s Den)

ArkAingelle - See The Fight A Come (Black Redemption Records - Lion’s Den)

King Stanley - Blaxploitation Dub (Black Redemption Records - Lion’s Den)

Tony Tuff - Militant Ska (Black Redemption Records - Lion’s Den)

Dan I Locks & King Ital - War Dirty (dubplate)

Echo Roots - War Dirty dub 2 (dubplate)

Idren Natural - Roaring Lion (dubplate)

Black Ark Players - Jah (Black Ark International - 17 North Parade RE) 

domenica 20 marzo 2022

sabato 19 marzo 2022

Soul Shakedown Party on Hitz 92 FM Jamaica March 17

https://www.podomatic.com/podcasts/piertosi/episodes/2022-03-19T04_16_01-07_00

https://piertosi.podomatic.com/enclosure/2022-03-19T04_16_01-07_00.mp3

Sista Awa – Roots & Culture (Inna Dis Ya Iwa album, Bonnot)

Sista Awa – Let Yourself Go (Zed2thezee single)

Frankie Paul – Have Mercy Oh Jah (If You Want Me Girl album, Trojan)

Michael Prophet – Warn Them (Serious Reasoning album, Island)

Glen Ricks – Ghetto Boy (Ghetto Boy album, Liquidator)

Nerious Joseph – Sign Of The Times (Classic Soul Singers Vol.1 compilation, Soulove)

Johnny Osbourne – Curly Locks Girl (Never Stop Fighting album, Greensleeves)

Mamaragoo – So Soon (Bassplate single)

The Carey James – Heaven (Morelove single)

The Congos – Nah Go Down Deh (Footprints In The Sand album, Congos)

Soul Revivers/Devon Russell – Underground (On The Grove album, Soul Jazz)

Prince Lincoln Thompson – Love The Way It Should Be (Roots Man Blues album, Target)

Zion I Kings/Losso Keita – Whale Song Skank (Zion I Kings label)

Yoha – Spread The Roots (Irie Ites single)


Ordinary Man Riddim


 

venerdì 18 marzo 2022

Rastamantic Riddim

******************
     

 

giovedì 17 marzo 2022

mercoledì 16 marzo 2022

Soul Shakedown Party 15 marzo 2022

https://www.podomatic.com/podcasts/piertosi/episodes/2022-03-15T16_16_19-07_00

https://piertosi.podomatic.com/enclosure/2022-03-15T16_16_19-07_00.mp3

Inizio con un nuovo singolo del leggendario Freddie McGregor

Nuovo riddim chiamato Kingston - Dakar: tunes da Abiyah Yisral e Oska

Ottima raccolta dai francesi Juicy Empire: tune di Perfect Giddimani

Nuovi ottimi lavori in ambito dub per King Jammy e Mad Professor

Il debutto del dubmaster venezuelano Ras Sparrow

Ottimi strumentali anche da Zion I Kings e Addis All Stars

Un remix heavy stepper per Gentleman's Dub Club

Stupendo primo lavoro di lunga durata degli inglesi Soul Revivers

Nuovo album per i leggendari Congos

Italian reggae news: Giallo Man e Neroone/Terron Fabio

Nuovo singolo per il giovane giamaicano The Carey James 

Grande collaborazione tra Havana Meets Kingston e Clinton Fearon

Conteporary ska & rocksteady: Soom T, Jonquan/Easy D, Glen Ricks 

Splendori e miserie della dancehall giamaicana anni ottanta/novanta nella Dream Selection con uno speciale dedicato al talento di Shabba Ranks