sabato 18 agosto 2012

Rototom 2012 Natural Mystic night

di Pier Tosi
http://www.rototomsunsplash.com/it/news/destacados-2012/3093-natural-mystic-night
Stasera abbiamo assistito alla festa numero due del Rototom Sunsplash 2012 che ci ha colpito per l'eterogeneità, i cambiamenti di atmosfere al suo interno ed alcuni momenti veramente unici tra l'altro successi in modo spontaneo e non segnalati in precedenza dal programma.
L'inizio è stato per il ritorno al festival di Tanya Stephens tra l'altro già on stage appena terminata la bellissima session della Reggae University che questa talentuosa cantautrice reggae ha condiviso per il piacere dei presenti con Marcia Griffiths ed Etana a disquisire sulla grande forza e sensibilità delle voci femminili nel reggae. Oltre che stupire tutti con un paio di tacchi che sfidavano la forza di gravità Tanya ha sfoderato con classe e sincerità il suo repertorio partendo dai vari dancehall hits come 'Yu nuh ready fi dis yet' e 'Handle the ride' per passare alle sue struggenti ballate di argomento amoroso giocate sul suo tocco poetico fieramente femminile e ai suoi brani più coraggiosi e controversi come la toccante 'Do you still care' dove affronta il tema della diversità e dell'omofobia. Tra i grandi momenti di un bellissimo concerto illuminato dalla simpatia e dalla spontaneità di Tanya non possiamo non segnalare una bellissima versione di 'What a day', 'These streets' e l'immancabile super-hit 'It's a pity' posto in conclusione.
Dopo Tanya è va in scena la grande opportunità di calcare questo prestigioso palco per gli argentini Los Dubies vincitori del contest latino-americano del festival. La grande quantità di messaggi dall'Argentina nella chat del nostro canale di webstream video dimostra quanto questo gruppo sia amato in patria: a noi hanno molto colpito la ricchezza ed originalità del loro suono liquido molto influenzato dalla psichedelia rock e la grande qualità dei loro strumentali. La loro ottima mezz'ora di è conclusa con l'unico intervento vocale del loro ospite Tiano Bless.
Dopo il cambio palco abbiamo anche un netto cambiamento di atmosfera con la band di Michael Rose che inizia a macinare i classici taglienti ritmi dei Black Uhuru, band di cui Michael è stato a lungo cantante solista. Proprio con il materiale di questa cruciale esperienza del roots reggae è condito l'inizio del suo concerto: Michael è in grande forma, non risparmia la voce alternando le liriche a strilli acuti a scatenare l'entusiasmo del publico. Michael ha uno stile inconfondibile ed una voce di rara potenza, tra l'altro accompagnata dal lavoro di due backing vocalists nascoste tra cui spiccava addirittura la divina Marcia Griffiths! Il cantante di Waterhouse ha condito la sua prestazione vocale con grandi danze ed ha addirittura chiamato sul palco il suo primo produttore in assoluto e cioè il mitico Niney The Observer arrivato a Benicassim per partecipare alla session della Reggae University di domani. Questa coincidenza ha regalato ai fortunati presenti la chicca clamorosa di Niney e Michael ad intonare insieme la famosa 'Blood & fire', cavallo di battaglia per uno dei produttori più estrosi dell'intera storia del reggae famoso tra l'altro per il suo lavoro con Dennis Brown.
Michael ha chiuso dimostrando il suo impatto clamoroso sulla dancehall recente con big tunes come 'Shoot out' e 'Stronger' ed è comunque restato in circolazione per partecipare anche al concerto di chiusura che ha visto il grande artista italiano Alborosie ritrovarsi sul palco con molti degli artisti con cui ha condiviso le vibes in clamorosi duetti. L'ultima scoperta dell'artista italiano in veste di produttore è la cantante IKaya che ha il compito di aprire il suo show con un breve set in cui si mette in luce per l'ottima voce e l'eccellente presenza scenica. Nonostante sia nel mezzo di un estenuante tour europeo Albo appare al top della forma con la voce potente come non mai a sottoporre insieme alla sua clamorosa band il pubblico di Benicassim ad un autentico bombardamento di good vibes. Lo spettacolo è preparato alla perfezione ed i rapidi stacchi tra un pezzo e l'altro non danno letteralmente tregua: il suono della Shengen Band è tra l'altro arricchito da una precisissima ed assai effettiva sezione fiati che contribuisce non poco agli alti livelli energetici. Impossibile riuscire a citare tutti i brani che si susseguono con rapidità ma ci colpisce 'International drama' con Albo che si trasforma in tenore accompagnato dall'unico italiano della Shengen, il tastierista-trombettista Tony Tarantino. 'Herbalist', 'Nuh betta than me', 'Police' ed altri svariati hits sono accolti dalle ondate di entusiasmo più grosse fino ad ora al festival a testimoniare come l'artista italiano sia indubbiamente un punto di riferimento di rilievo della scena reggae mondiale. Albo non da segni di stanchezza ed il party si infiamma con l'arrivo degli amici: Michael Rose è il primo ad entrare in scena per una clamorosa versione di 'Waan di herb' ed un posto di rilievo spetta anche agli indiavolati gemelli italiani dei Mellow Mood che infiammano il pubblico con un potente ragga. Il cuore di tutti i presenti si gonfia quando partono le prime note di 'Blessings' con Etana che intreccia la sua meravigliosa voce con quella di Albo mentre l'ultimo amico ad entrare in scena è Kymani Marley con cui l'artista italiano duetta in 'Natural mystic' e 'One love' facendo aleggiare sulla serata il benevolo spirito di papà Robert Nesta. La chiusura di un'altra serata che resterà indelebile nella nostra memoria è per 'Kingston town 'con contributi vocali da Ikaya ed ancora un volta da Kymani: Alborosie ha chiuso quindi alla grande la serata del Main Stage con uno spettacolo di rara intensità.

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