Rototom, l'Italia regala alla Spagna un festival da 7 mln di euro
Lillo Montalto Monella
Per il secondo anno, il Rototom SunSplash si tiene a Benicassim, in Spagna. Un evento da 200 mila persone, che vale 6,8 milioni di euro, che è stato costretto all’auto esilio lontano da Osoppo, in provincia di Udine, dove era si era tenuto per 15 anni. Siamo stati a Benicassim, dov’è iniziato ieri, e ad Osoppo, dove - perso il festival - c’è rassegnazione per la perdita, anche economica, del festival che non c’è più.
OSOPPO (It), BENICASSIM (Esp) - Il più grande festival reggae d’Europa, un evento da 200.000 spettatori all’anno, ce l’avevamo noi. In Italia, in Friuli Venezia Giulia. A Osoppo, per essere precisi, un puntino minuscolo di 3000 abitanti arroccato ai piedi delle Alpi, 25 km a nord di Udine. Nel 2009, dopo 15 anni, l’incantesimo si è rotto: qualcuno ha pensato che sì, a un festival reggae qualcuno si fa una canna, e il festival è stato costretto a traslocare in Spagna. La realtà delle cose forse non è troppo complicata: Filippo Giunta, fondatore di un festival creato nel 1991 con qualche amico in uno sgabuzzino di Spilimbergo, Pordenone, è ora sotto inchiesta per agevolazione dell’uso di sostanze stupefacenti. Da qui la decisione di spostare il festival in Spagna, a Benicassim. Il Rototom, nel frattempo, è stato riconosciuto dall’Unesco come evento emblematico del decennio internazionale per una cultura di pace. Uno degli avvocati di Giunta ha azzardato un paragone ardito quanto appropriato: «Chi mai si sognerebbe di mettere sotto inchiesta gli organizzatori dell’Oktober Fest per ubriachezza molesta?» Due anni dopo la controversa vicenda che ha portato all’auto-esilio spagnolo del festival, è interessante tornare sul luogo del misfatto per scoprire come sta il piccolo paese di Osoppo (Udine), scippato dopo un decennio della sua vetrina sul mondo – e come, parallelamente, a più di 1600 km di distanza, in Spagna si bacino i gomiti per una gallina dalle uova d’oro piovuta loro direttamente dal cielo. Si parla di una “gallina” da 200.000 persone, fra spettatori occasionali e campeggiatori: questa infatti l’affluenza prevista dagli organizzatori del festival per la sua 18esima edizione (in programma dal 18 al 27 Agosto 2011 a Benicassim).
Un evento monstre che dà lavoro a 675 persone in totale, per la maggior parte spagnole (che diventano più di 2000 nei mesi precedenti l’inizio della kermesse). Una rarità nel panorama culturale e musicale mondiale che assicura un ritorno economico netto per la regione a nord di Valencia di 6,885,000 di euro all’anno. Un dato ottenuto sommando l’investimento diretto sul territorio di €2,400,000 da parte della Associazione culturale Exodus e l’ impatto economico totale di quella oceanica folla di persone che l’anno passato si è recata a Benicassim, nuova patria del Rototom (€5,250,000, calcolato su un esborso medio per persona intorno ai 35 €). Molto prevedibilmente, l’ex sindaco socialista di Benicassim, Francesc Colomer, ha definito il Rototom «una cura indispensabile per salvare l’industria turistica da una crisi sempre più profonda».
«Hanno cercato di rimpiazzare il Rototom con altro, ma non può funzionare», spiega Pecile. «Il Motoraduno annuale non è la soluzione. I centauri passano e vanno, non si fermano sul territorio per dieci giorni come accadeva col Rototom. I bancomat sfornavano soldi a ritmo continuo durante i giorni del Festival». All’Hotel Willy, nella vicina Gemona, dal 2009 al 2010 si è avuto un calo nei pernottamenti per il mese di luglio di quasi 150 unità. Roberto Picco, ferramenta, calcola le sue perdite e le stima in un buon 15 per cento annuo. «Non abbiamo mai avuto nessun problema. Sopportavi la musica a volume alto per qualche giorno sapendo quali benefici il tutto ci portava. Potevi assistere a delle scene veramente simpatiche, quando i nostri vecchietti incontravano quelle strane persone dai capelli lunghi e rasta e si fermavano a parlare con loro. Ci mancano, anche dal punto di vista umano». Roberto Picco forniva bombole di gas e attrezzature da campeggio a tutta la gente del Rototom. «Era un buon modo di compensare quei periodi morti dell’anno in cui non girano proprio soldi.».Fabris, farmacista, conferma l’impatto positivo della kermesse reggae sul territorio. «Vendevamo più articoli, questo è ovvio, ma nulla che facesse pensare ad un possibile abuso di questi per motivazioni legate alla droga». Sulla tutta la vicenda è stato realizzato anche un documentario, di Tommaso d’Elia, dal titolo Exodus – Finding Shelter. Il suo messaggio il Rototom continua a lanciarlo comunque, anche se dalla Spagna. Il sindaco di Osoppo, Luigino Bottoni, di una manifestazione come il Sunsplash che quest’anno ospiterà Shirin Ebadi, premio Nobel iraniano per la pace nel 2003, ha detto: «Noi abbiamo perorato la causa del Rototom dal punto di vista finanziario, per favorire il territorio. Per dire che la permanenza del Rototom non andava a ingrassare l’organizzazione del festival ma la mia comunità, che andava in attivo. La regione qualcosa ha fatto e qualcosa non ha fatto. Il patrocinio l’ha dato, anche se ha dato contributi inferiori alle aspettative e ci sono state prese di posizione molto diverse. Alcuni consiglieri regionali hanno dichiarato l’importanza della manifestazione, altri hanno semplicemente detto che era meglio che se ne andassero via. Alcuni proprio non si sono espressi, hanno mantenuto un profilo basso. Non so se per convenienza o malizia. Sicuramente non c’erano soldi da buttar via per fare una simile scelta. [...] La politica è stata semplicemente neutrale, non ostile. [...] Ora il morale è rassegnato. Se parliamo di Osoppo, nessuno a parte pochi sanno dove sta sulla mappa. Nessuno ci conosce più all’estero. Proprio non capisco perché tutto questo sia successo. Non c’è mai stato nessun tipo di problema. Ma in fondo so che il loro cuore è qui, spero che ritornino».
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