Nell'ottavo giorno del ROTOTOM reggae festival il già annunciato omaggio a Peter Tosh ha avuto luogo alla Reggae University. Facendo uso delle sue raffinate doti di presentatore, il guru dei Wailers Roger Steffens ha riportato in vita il leggendario Tosh sotto lo sguardo di un riconoscente pubblico – tra cui sedeva anche Rita Marley.Steffens ha cominciato la sua presentazione affermando che "Peter Tosh non va dimenticato". Può star sicuro che ciò non accadrà, e sarà in gran parte merito suo. In modo che lo show non diventasse una noiosa lezione universitaria, è stato costruito attorno a 12 rari video in cui Tosh si esibiva e veniva intervistato. Tra questi, ricordiamo quello per la televisione statunitense in cui Tosh dà il meglio di sé stesso in una versione di "Legalize it". In un altro video estremamente atteso, lo ritroviamo come attore di una soap opera brasiliana! Il tutto integrato da una serie di aneddoti e rivelazioni, molte delle quali hanno permesso a Steffens di riportare in vita davanti al pubblico il deceduto Tosh. Il saggio utilizzo dell'esperienza degli autori reggae John Masouri e Colin Grant – i quali avevano precedentemente intrattenuto il pubblico della University – ha contribuito a integrare i commenti di Steffens sui video. Tra le storie più divertenti c'è stata quella della telefonata di Tosh alla polizia di New York per denunciare il furto della sua scorta di marijuana. Com'è facile intuire, ciò ha richiesto il rapido intervento del suo agente, che all'arrivo della polizia alla reception dell'hotel, dovette assicurare che si era trattato di un semplice malinteso! In questo contesto, sarebbe facile dimenticare che Peter Tosh non era un santo. Sebbene fosse un attivista aggressivo, non utilizzava la violenza fisica. Era però umano e aveva anche lui i suoi difetti. Per esempio, Steffens ha ricordato al pubblico che Joe Higgs (il primo manager dei Wailers) dovette intraprendere un'azione legale nei confronti di Tosh per farsi pagare i diritti di autore, che gli spettavano, per la composizione di "Steppin Razor". Tosh fu inoltre definito da alcuni giornalisti uno squilibrato degno di in un ospedale psichiatrico! Nonostante ciò, Steffens ha affermato che le opinioni di Tosh su questioni come il razzismo (per esempio, il rifiutare offerte stratosferiche per partecipare a concerti nel Sudafrica dell'apartheid), l'uguaglianza di diritti, la legalizzazione del cannabis e il rifiuto alla proposta di Bunny Wailer di inaugurare al posto suo un tour Europeo, erano del tutto sensate. Riguardo alla relazione tra i 3 Wailers, Colin Grant (che sostiene di fare "la parte dell'idiota" per spiazzare la gente!) sottolineò che la causa più frequente di conflitto tra Bob, Peter e Bunny, riguardava questioni relative alla composizione! Contrariamente all'immagine data di Tosh nel film "Steppin Razor", ci ha riassicurato il sapere che nonostante ci fossero delle tensioni tra questi tre artisti, Tosh si sentiva sinceramente affranto dopo la scomparsa del suo amico Bob. In particolar modo, il lavoro di Grant sui Wailers ci ricorda che sebbene Marley professasse alle masse la pace interiore e la serenità, era anche lui tormentato dal tema razziale, fino al punto di annerire i suoi capelli con della lucido da scarpe! John Masouri – che finirà presto di scrivere un libro sulla vita di Tosh – ha dichiarato al pubblico che questo aveva "la pazienza di un santo" – fatto particolarmente evidente dal modo in cui affrontava le sciocche domande che gli venivano poste durante le interviste. L'autore ha inoltre insistito che il lavoro di Tosh "era importante al tempo e lo è ancor di più ora" (per esempio, in questioni razziali, o relative alla guerra nucleare o alla Palestina). Nel suo intrattenere il pubblico con affascinanti rivelazioni sulla vita dell'artista, ha concluso che la morte di Tosh – della quale lo stesso defunto aveva avuto una premonizione – non fu un omicidio fortuito, ma fu un fatto premeditato. Precedentemente, il pubblico della University si era goduto un film sul trombonista Rico Rodriguez, opera del musicista spagnolo\catalano Jep Jorba ("Rico Rodriguez – The Legacy"). Questo film, ambientato a Barcellona, tratta della vita dell'artista. Attraverso la sua voce, ci racconta che "la sofferenza è stata da sempre una compagna". Tra i vari tesori che Rico ci lascia in eredità (legacy) c'è il suo contributo al classico degli Specials "A Message To You Rudy". Per tutti gli amanti dei fiati nella musica reggae, questo lavoro merita la pena di essere visto, sebbene molti potrebbero non essere d'accordo con Rico che "solo i giamaicani sanno suonare il reggae"! Sarebbe stato bello avere avuto una sorta di riconoscimento da qualche M.B.E. (Member of the Order of the British Empire) per il premio da lui ricevuto nel 2007 a Buckingham Palace per i suoi servizi alla musica. Naturalmente, considerate le idee espresse da Peter Tosh su Buckingham Palace, non sarebbe probabilmente mai stato invitato all'interno del palazzo! In chiusura, Steffens ha mostrato un breve filmato nel quale intervista Tosh subito dopo la scomparsa di Marley. Quando gli fu domandato chi fosse "il nuovo Re del reggae", Tosh rispose che "la gente dice che sono il nuovo Re del reggae, anche se a dir la verità, non sono nuovo". Tipico di Tosh! Steffens, Masouri, e Grant (assieme allo scrittore Dave Katz, che ha presieduto questa conferenza) hanno dato il loro contributo nel fare sì che – anche se solo spiritualmente – si possa dire "Lunga vita al Re".
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