martedì 23 agosto 2011

Rototom 2011, Rita Marley: "Give a little one more time"

 di Ivan Serra e Marco Virgona http://www.bobmarleymagazine.com/

Non scorderò mai la giornata di oggi. I nostri sforzi, il lavoro di tanti anni con il Bob Marley Magazine trovano linfa vitale proprio da momenti come questi. Ho avuto l'occasione che attendevo da molto tempo. Stamattina ho finalmente incontrato di persona Rita Marley, riuscendo, anche se per poco, a parlare con lei. Per noi del Bob Marley Magazine è stato un grande privilegio e per questo ci teniamo a ringraziare il Rototom SunSplash per l'opportunità che ci ha offerto. Le memorie e la testimonianza di Rita sono un grosso contributo per tutte le persone che amano Marley come me. Certo una figura molto discussa, quanto in positivo quanto in negativo, ma io non sono qui per giudicare nessuno, sono qui per conoscere e realmente toccare con mano, quanto ancora nel bene il messaggio di Bob sia vivo fra noi. E in questo momento vissuto, Rita ha dato l'impressione di esserne ancora parte integrante, quel messaggio che forse non dimenticherà e non dimenticheremo mai, ma che direttamente o indirettamente anche lei ha contribuito a diffondere. Parla di Bob con gli occhi lucidi, non so se è la mia impressione oppure no, ma avverto questo in lei, ho sentito nel tempo molte versioni sulla sua personalità, ma dopo questo incontro tutto è svanito per apparire in una immagine chiara e nitida, scolpita nella mia mente con assolutamente delle POSITIVE VIBRATIONS. 
Arriviamo con largo anticipo, Rita non si fa attendere, arriva preceduta da un'orda di giornalisti e fotografi. E' sorridente, entra come una Regina, la regina del Festival. Saluta le autorità locali che la aspettano sedute al tavolo e prende posto anche lei. C'è un'energia strana nell'aria. Sono talmente emozionato da rimanere teso per tutta la conferenza. La fisso come ipnotizzato. Cerco di confrontare i tratti del suo viso con i ricordi che ho delle sue fotografie di lei da giovane, trovate a volte con difficoltà in internet, pubblicate centinaia di volte su giornali e magazines. Mi sembra ancora una bella donna. La sua voce è famigliare, è una voce calda che mette tutti subito a proprio agio. Ci metto un po' a riprendermi dallo shock e il mio, infatti, è uno degli ultimi interventi. Le domande sono diverse, alcune più o meno interessanti, ma lei si rende subito disponibile rispondendo a tutte con grande professionalità, apre il suo intervento con un bel ringraziamento rivolto a tutti, nessuno escluso, per l'ospitalità ricevuta. La prima domanda che le viene rivolta riguarda la Rita Marley e Bob Marley Fondation. Rita dà una grande lezione di vita: spiega che è fondamentale aver voglia di aiutare l'AFRICA, luogo mistico, dove tutto ha avuto origine, in cui è scritto il nostro passato e anche il nostro futuro. Continua dicendo che in Africa nascono moltissimi talenti e che uno degli scopi della Fondazione è proprio quello di scoprirli e farli conoscere. Rita come Bob dice che il vero messaggio è nella musica, ed è certa che sia un veicolo potente per mettere in luce i gravi problemi dei paesi africani e non solo . Nello specifico, ricorda che il popolo somalo non ha acqua e ricorda il messaggio di Bob: ONE LOVE, Let's get together and feel all right. Ciascuno di noi ha il dovere di aiutare chi è in difficoltà: Bob è morto 30 anni fa, ma la necessità di educare le nuove generazioni con messaggi di positività è ancora viva. Purtroppo ancora molti interessi economici e commerciale vi sono in AFRICA, continua RITA, che scaturiscono in guerre, quelle guerre che secondo lei dovrebbero essere combattute per difendere i diritti umani degli oppressi, dove vedono intere popolazioni scappare per migliorare le proprie condizioni di vita. Ma ricorda anche con gioia i momenti passati in Jamaica, allo STUDIO ONE, di quanti giorni belli ma anche brutti hanno trascorso con Bob gli Wailers e molti artisti passati da li. Di come loro facevano tutto per passione, parla anche della profezia e di quanto Bob Marley sia universale, di come Bob fosse un profeta, condividere amore è molto importante senza pensare alle cose materiali, “give a little one more time”. Avrei voluto farle un sacco di domande, riempiendo così dentro me quei vuoti che vi sono, per una “reale” mancanza di conoscenza di un Bob Marley fuori dal contest artistico. Domande forse un po' troppo personali, che non solo io, ma molti altri adoratori di Marley come me non gli porranno mai. Ma mi accontento di poco, e fra tutte ritengo che quella sul film dedicato a Bob, ed inspirato dal libro di Rita “No Woman No Cry”, sia quella più giusta per questo contesto. Mi gratifica sentire che trovi molto interessante la mia domanda ,e mi spiega che non si tratta di un vero e proprio film, ma in realtà più di un documentario, viste le difficoltà che vi sono state nel trovare un attore che potesse interpretare il ruolo di Marley. Un documentario dove il regista, che inizialmente sarebbe dovuto essere Oliver Stone, (lei mi conferma che è Kevin Mcdonald), voleva il punto di vista di una donna, una donna vicina a lui proprio per raccontare meglio come fosse realmente Bob “persona umana” (e questo colmerà forse il mio vuoto), visto che tutto lo conoscono prettamente per il lato artistico. Il tutto passa in un attimo, finisco il mio intervento Rita mi sorride, sorride a tutti, si presta ancora per alcune foto e per firmare autografi. Le parlo ancora mentre mi faccio firmare il libro, e con stupore mi dice di aver già sentito parlare del nostro magazine, ne sono entusiasta ,mi chiede di scrivergli l'indirizzo della pagina web su un quaderno con l'immagine di Bob, gli parlo di Cedella e lei sorride dicendomi che passa le giornate su facebook. Va via serena come me, il mio tempo è passato e adesso anche questa è storia.

Nessun commento:

Posta un commento