Il Main Stage della serata numero due ha rappresentato molto bene la varietà e la ricchezza della musica giamaicana con le differenze tra un giovane artista già noto come Romain Virgo ed il ciclone Beenie Man che per l'ennesima volta al festival ha messo in scena il suo potentissimo spettacolo con i suoi molteplici hits sparati a mitraglia anche grazie all'energia giovane della sua nuova Zagga Zow Band. Il ventiquattrenne Romain ha una voce potente e ricca di timbri e la dispiega attraverso impareggiabili canzoni d'amore o ballate dal sapore languido sotto il profilo musicale ma dalle liriche che evocano esperienze di violenza e povertà molto comuni in Giamaica.
Questo artista è uno dei più accreditati continuatori di una tradizione di canto che ha come vertici personaggi come Ken Boothe, Dennis Brown o Alton Ellis. Con i suoi balzi e le sue danze ha guidato la sua Unit Band attraverso il percorso musicale contrassegnato fino a questo momento dai suoi due CDs 'Romain Virgo' e 'The System': per chiamare il 'come again' dei suoi pezzi Romain calciava in aria con movenze di calciatore rivolto al batterista fomentando l'eccitazione del popolo sognante del Rototom. Non è mancato nessuno dei suoi classici da 'Cyaan sleep' e 'Love doctor' fino ad arrivare a qualche novità che andrà probabilmente a far parte del suo prossimo attesissimo CD.
Beenie Man appartiene ad un'altra generazione ma come Romain ha iniziato ad esprimersi giovanissimo quando per arrivare all'altezza del microfono aveva bisogno di una cassetta di birra vuota sotto i piedi. Rappresenta la quintessenza della dancehall giamaicana che ha dominato per anni con uno stile originale ed una versatilità non comune. Dal vivo è molto rilassato e guida la sua nuova band attraverso la sua lunga lista di hits rafforzata anche da citazioni come quella di 'Murder she wrote' mentre la band spara con forza i suoi ritmi con il pubblico che salta all'unisono assorbendo una grande quantità di energia.
La stessa tradizione della dancehall che ha incoronato Beenie Man Re più e più volte ha ispirato la musica dello statunitense Collie Budz che nel suo show unisce la potenza e la sensualità della dancehall all'elevato tasso di romanticismo di dolci ballate eseguite in chiave reggae. Collie ha subito trovato il modo di coinvolgere la folla con la sua band che aggiungeva un tocco di rock alla sua idea di reggae grazie al lavoro del suo chitarrista. Un momento centrale dello show è stato ovviamente il super hit 'Come around' ma anche brani meno potenti ma assai suggestivi come 'Let me know', 'Tomorrow is another day' o 'Blind to you.
L'unica artista europea che si è esibita stasera è stata l'affascinante francese Mo'Kalamity la cui roots music ha rivolto un affettuoso sguardo alla Madre Africa anche grazie all'origine capoverdiana dell'interprete . Con la solidità dei ritmi roots delle sue canzoni ci ha riportato alle radici di una tradizione che ha sempre unito le istanze di protesta con la visceralità del ritmo.
Il sogno procede con lo spegnersi delle luci del palco con la folla che si perde nei flussi di energia di Ska Club, Showcase Club, Dub Academy e Dancehall. Dopo solo due giorni il festival è già a pieno regime e pronto ad affrontare le tante emozioni che ci aspettano nei prossimi giorni.
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