Solo negli ultimi due mesi papa Francesco ha lanciato due anatemi contro l’uso di qualsiasi sostanza illegale, con un accenno, neanche tanto velato, nei confronti della cannabis e ai pericoli derivanti dal suo uso.
Probabilmente il santo padre è rimasto sconcertato dalle politiche che in America Latina prevedono una legalizzazione per combattere il narcotraffico e monitorare il consumo, ma si sa che la chiesa ha sempre preferito interferire in qualsiasi contesto e abbracciare lotte ideali e non concrete, specialmente ogni volta che si è trattato di diritti civili.
Al sommo pontefice sfugge il problema reale, come sono sfuggite sempre a tutti i papi, le questioni riguardanti gli stili di vita delle persone e le scelte derivate dalle coscienze non uniformate all’insegnamento cattolico e per fortuna, almeno i roghi per punire i dissidenti e i trasgressori sono stati aboliti!
In questo contesto polemico, abbiamo visto con simpatia l’iniziativa dei canapicoltori molisani, che se non altro è servita a far capire a papa Francesco che la canapa è un dono del creatore (chiunque esso sia) e che non può essere demonizzata:
In occasione della visita papale in Molise, i canapicoltori della regione hanno voluto mettere in campo una serie di azioni volte a stimolare una riflessione interiore, onesta e priva di pregiudizi in chi vede ancora nella canapa unicamente una fonte di droga. Un messaggio, scritto a mano su carta di canapa, è stato consegnato al papa. Questo il sunto del messaggio: “Il mondo delle multinazionali e la logica utilitarista, non attenta alle sorti del mondo, ha per decenni affaticato la terra intaccando la dignità delle persone che la lavorano. Noi crediamo che la rinascita di un mondo nuovo più giusto e meno crudele, fatto di persone che vivono in armonia, debba necessariamente ripartire dalla tutela della Terra e dal rispetto del prossimo …la coltura della canapa ha segnato per secoli, un po’ come quella dell’Ulivo, il destino delle più grandi civiltà offrendo prosperità, grazie ai suoi tantissimi derivati, e lavoro. Gli agricoltori e i nostri giovani sono il più grande presidio del territorio, essi lo tutelano e se ne prendono cura dando speranza in un futuro migliore. Lo spopolamento delle campagne rappresenta un dramma al quale noi vogliamo opporci con tutte le nostre forze.”
L’iniziativa, nata quasi per scherzo a seguito di contestazioni sugli addobbi in occasione della festa del corpus domini, ha tra i suoi ideatori Rosario Scotto di Sativa Molise che ci racconta dell’evento: “Abbiamo donato un saio in tessuto di canapa a Papa Francesco. Il saio è stato ricavato da una stoffa vecchia più di 100 anni. Abbiamo poi addobbato il retro del palco del vecchio Romagnoli di Campobasso, dove il Papa ha celebrato la SS. Messa, con piante di canapa. L’organizzazione ha dato il via libera alla proposta di posizionare alcune piante alle spalle del palco, per realizzare una parete in sintonia con la natura. Così quaranta vasi, contenenti circa 100/120 piante ognuno, altre anche oltre 2 metri, sono state posizionate dietro il palco. Sono stati allineati 80 metri di canapa (circa 4000/5000 piante) per formare un muro verde. E’ stata un esperienza unica, oserei dire storica. Fino a ieri una cosa del genere non era neanche immaginabile. Siamo convinti che la canapa sia un formidabile strumento per il rilancio dell’agricoltura sostenibile, grazie al suo positivo effetto sull’ambiente e all’altissima qualità dei prodotti naturali che da essa si possono ricavare. C’è da rimuovere non pochi ostacoli, non pochi pregiudizi, molta ignoranza, ma una volta rimossi sarà una strada sgombra e in discesa.
L’impegno della nostra associazione, insieme a molte altre realtà presenti in tutta Italia, è il riscatto di questa coltura che è anche cultura. Pensiamo che essa possa offrire un modello nuovo, che affonda le sue radici in tempi antichissimi, e che possa concorrere alla diffusione di modelli di sviluppo molto più etici e sostenibili”.
L’iniziativa, nata quasi per scherzo a seguito di contestazioni sugli addobbi in occasione della festa del corpus domini, ha tra i suoi ideatori Rosario Scotto di Sativa Molise che ci racconta dell’evento: “Abbiamo donato un saio in tessuto di canapa a Papa Francesco. Il saio è stato ricavato da una stoffa vecchia più di 100 anni. Abbiamo poi addobbato il retro del palco del vecchio Romagnoli di Campobasso, dove il Papa ha celebrato la SS. Messa, con piante di canapa. L’organizzazione ha dato il via libera alla proposta di posizionare alcune piante alle spalle del palco, per realizzare una parete in sintonia con la natura. Così quaranta vasi, contenenti circa 100/120 piante ognuno, altre anche oltre 2 metri, sono state posizionate dietro il palco. Sono stati allineati 80 metri di canapa (circa 4000/5000 piante) per formare un muro verde. E’ stata un esperienza unica, oserei dire storica. Fino a ieri una cosa del genere non era neanche immaginabile. Siamo convinti che la canapa sia un formidabile strumento per il rilancio dell’agricoltura sostenibile, grazie al suo positivo effetto sull’ambiente e all’altissima qualità dei prodotti naturali che da essa si possono ricavare. C’è da rimuovere non pochi ostacoli, non pochi pregiudizi, molta ignoranza, ma una volta rimossi sarà una strada sgombra e in discesa.
L’impegno della nostra associazione, insieme a molte altre realtà presenti in tutta Italia, è il riscatto di questa coltura che è anche cultura. Pensiamo che essa possa offrire un modello nuovo, che affonda le sue radici in tempi antichissimi, e che possa concorrere alla diffusione di modelli di sviluppo molto più etici e sostenibili”.
Complimentandomi personalmente con Rosario Scotto per la “santissima iniziativa”, sottolineo e condivido un appello alla collaborazione, rivolto a tutti coloro interessati al rilancio della coltivazione della canapa in Italia, e alla filiera ad essa dedicata.
Giuseppe Nicosia – ASCIA
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