«Applauso e affetto per Filippo Giunta e il festival reggae. Fiducia nella magistratura, ma cambiare la legge sulla droga» Le proposte di Corleone al convegno: un’amnistia e forse anche un referendum.
«Occorre una legge sulla droga snella, non con 140 articoli. La parte assistenziale deve essere posta fuori del codice penale. E serve un’amnistia per i detenuti a causa del comma 5 dell’articolo 73, ovvero i reati in materia di sostanze stupefacenti di lieve entità». Questi i primi provvedimenti da prendere secondo Franco Corleone, ex sottosegretario alla giustizia, presidente della Società della ragione e garante dei diritti dei detenuti nel Comune di Firenze, che ieri ha organizzato il convegno in sala Aiace. Corleone, inoltre, ha affermato che «si potrà arrivare anche a indire un referendum, nel caso in cui Filippo Giunta vinca il processo e, a quel punto, potrà tornare in Friuli a riorganizzare il Sunsplash». Quanto alla lotta alla droga, Corleone l’ha definita «spesso simbolica e ideologica e per nulla pragmatica. Ecco perché – ha concluso – questa giornata di lavoro a Udine è servita per valutare possibili alternative e azioni». (r.s.) Il convegno sul tema “Lotta alla droga: i danni collaterali” è ancora alle battute iniziali quando il sindaco Furio Honsell interrompe la presentazione del programma e dice rivolgendosi alla platea in sala Aiace: «Per favore, un applauso per Filippo Giunta». E il pubblico batte le mani molto forte, convinto, esprimendo tutto l’affetto all’indirizzo del presidente del Rototom Sunsplash e di quanto rappresenta. A ribadirlo è lo stesso Honsell, che sale sul palco dei relatori e spiega: «La mia richiesta è giunta dal cuore perché poter avere qui Giunta è un motivo di orgoglio per tutta Udine. È doveroso dimostrare quanto gli siamo riconoscenti per il lavoro che ha svolto in molti anni di attività a favore del sistema Friuli». E ancora: «Il Sunsplash, in regione, è stato un evento di grande qualità per l’offerta culturale e musicale che ha sempre proposto». Poi Honsell, rivolgendosi ancora a Giunta, aggiunge: «Non voglio entrare nella vicenda giudiziaria (di cui l’altro giorno si è celebrata a Tolmezzo la prima udienza, ndr). Ma posso dare un messaggio: ho piena fiducia nella magistratura. Il trasferimento del Rototom in Spagna rappresenta un furto subìto dai cittadini della regione a causa di un potere cieco». Quanto alla legge sulla droga nota come Fini-Giovanardi, al centro del dibattito nel convegno, il sindaco ritiene «che il sistema normativo attuale debba essere completamente rivisto». E poi lancia un invito: «La nostra amministrazione appoggia pienamente questo convegno che ha un obiettivo: far riflettere su una legge che non funziona. Ma non solo. Se al Rototom serviranno spazi per eventi nella nostra città, saremo sempre disponibili». Dopo le parole di Honsell, e l’introduzione di Massimo Brianese, uno degli organizzatori, che ha definito «catastrofica» la condizione dei detenuti nella carceri italiane e ha poi fatto un parallelo tra la fine dei contributi regionali per il Sunsplash e i finanziamenti tagliati alla Film commission per il film su Eluana Englaro di Marco Bellocchio, il dibattito è entrato nel vivo. L’avvocato Rino Bartoletti ha fornito alcuni dati per far comprendere «gli effetti della repressione penale nell’amministrazione della giustizia e nei carceri». Ha parlato in particolare di quello di Tolmezzo. «Nella struttura penitenziaria – ha detto - sono rinchiusi 280 detenuti, dei quali 147 per l’articolo 73 (spaccio), mentre 33 per l’articolo 74 (associazione a delinquere). Questo dà la misura del peso che i reati di droga hanno sul sistema carcerario. Però è la legge a essere sbagliata per i suoi limiti. La politica ha l’obbligo di intervenire per rivedere le norme sulle droghe leggere, ora non distinte da quelle pesanti». Si è poi aperta una discussione sul processo che vede imputato Filippo Giunta, davanti al tribunale di Tolmezzo. Mauro Palma, già presidente del comitato europeo contro la tortura, ha detto: «La predisposizione di un servizio legale nel festival, come misura preventiva per evitare conflitti, invece di essere premiata, è stata interpretata come elemento di dolosa tolleranza di condotte criminose». Dello stesso avviso l’ex magistrato Luigi Saraceni che, nel suo intervento, ha spiegato gli aspetti tecnici «di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi». Poi i lavori sono proseguiti ribadendo «l’importanza della comunità come alternativa al carcere» e la volontà di studiare e presentare in Parlamento una legge diversa, «più umana, più attenta e più giusta». Da qui, si deve ripartire «per evitare la persecuzione di semplici consumatori, alleviando così anche le condizioni di vita di tanti detenuti». Un convegno, in definitiva, che ha lanciato nuove idee e proposte per cambiare «anche l’approccio culturale sul problema droga».
http://www.fuoriluogo.it/sito/home/mappamondo/europa/italia/rassegna_stampa/honsell-udine-dalla-parte-del-sunsplash
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