martedì 24 dicembre 2024

Soul Shakedown Party December 24 - Christmas Megamix Soul

https://www.podomatic.com/podcasts/piertosi/episodes/2024-12-24T15_09_03-08_00

https://piertosi.podomatic.com/enclosure/2024-12-24T15_09_03-08_00.mp3

Peter Hunningale – Crazy Feeling Of Love (Brixton Heights single)

Brixton Heights Orchestra/Gaudi - Caruggi Jazz (Brixton Heights single)

Sanchez – Can't Hold On To You (Number One album, Ras)

Kofi – Our Reggae Music (Wishing Well album, Ariwa)

Maxi Priest – Crazy Love (10 single)

Aswad – Roots Rockin' (Simba single)

Bob Marley & Wailers – Ride Natty Ride (Survival album, Island)

Carlton & The Shoes – Arise Abraham (This Heart Of Mine album, Quality/Common Ground)

Freddie McGregor – Blessed Is The Man (Cultural Warrior single)

Cultural Warriors Players – Igas riddim Horn Version (Cultural Warrior single)

Bass Lee/Bass Culture Players – Roots Memorial (Bass Culture Players single)

Earl Sixteen – Going To Africa (Manasseh Mix) (Downbeat single)

Bim Sherman – Golden Locks (Alon Adiri rmx) (It Must Be A Dream album, Mantra)

Tenastelin – Africa Is On My Mind (Take A Look At The World album, Black Legacy)

Tenastelin – Dub On My Mind (Take A Look At The World album, Black Legacy)

Nat Birchall – Ethiopian Sun (Na-Bi single)

Brentford Disco Set – El Bang Bang (Studio One single)

Alton Ellis – Cry Tough (Treasure Isle single)

The Melodians – Last Train Toi Extasy (Soul Shot single)

Larry Marshall – Broken Heart (Let's Go To The Dance compilation, Rock-A-Shaka)

The Techniques – I'll Be Right Here (Big Shot single)

Im & David – Money Maker (Money Maker album, Studio One)

Lord Creator – Kingston Town (Clandisc single)

J.Mittoo/Bagga/Pablove Black/Brentford All Stars – After Christmas (Studio One single)

Wailing Souls – All Alone (Studio One Power Mix compilation, Studio One/Soul Jazz)

Roslyn Sweat/The Paragons – Blackbird (Treasure Isle single)

Luciano – Christmas Time Is Here (Xterminator single)

Raging Fyah – Jah Glory (Raging Fyah single)

Morgan Heritage/Ras McBean – Lion Is King (Irie Ites single)

Protoje/Mortimer – Protection (Ancient Future album, In.Digg.Nation)

Mellow Mood – It Can't Work (Large album, La Tempesta Dub)

Rootz Underground – Jah Army (A Dread Fire Tower album, Thunderground Music)

Train To Roots – Sardinia (Phonotype single)

Paulinho – Feeling Irie (Humanity album, Cool Up)

Roberto Sanchez/Chalart 58 – Kingdom Fall (La Panchita single)

Two Riddim Clash Volume Twelve


domenica 22 dicembre 2024

Reggae Radio Station 22 dicembre 2024

https://www.radiopopolare.it/puntata/?ep=popolare-reggaeradiostation/reggaeradiostation_22_12_2024_23_45

https://radiopopolare.it/download.php?file=https://dts.podtrac.com/redirect.mp3/pod.radiopopolare.it/reggaeradiostation_22_12_2024_23_45.mp3&_gl=1*11x3v1g*_up*MQ..*_ga*MTQ2ODIzNjg2OC4xNzM0OTMwNTc1*_ga_9WCC7ZS9K2*MTczNDkzMDU3NC4xLjAuMTczNDkzMDU3NC4wLjAuMA..

Linee guida Educazione Civica, un docente a Valditara: “Farò l’opposto. Spero non mi decurti lo stipendio”, la lettera virale

https://www.tecnicadellascuola.it/linee-guida-educazione-civica-un-docente-a-valditara-faro-lopposto-spero-non-mi-decurti-lo-stipendio-la-lettera-virale

Linee guida Educazione Civica, un docente a Valditara: “Farò l’opposto. Spero non mi decurti lo stipendio”, la lettera virale

In questi giorni è diventata virale sui social la lettera di un docente, pubblicata sul sito Articolo21. Lo scritto, indirizzato al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, è una forte critica alle linee guida di Educazione Civica diffuse lo scorso settembre.


Il testo integrale della lettera


Ecco il testo integrale della lettera pungente del professore, che come riporta Fanpage insegna storia e filosofia in un liceo di Roma:

“Egregio Ministro, Le scrivo di nuovo dalla desolazione della ‘trincea’: quella in cui ogni giorno, con le studentesse e gli studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la semplificazione e la superficialità. Oggi, però, le scrivo per ringraziarla delle Linee guida sull’insegnamento dell’educazione civica che ci ha inviato all’inizio dell’anno scolastico. Da oggi abbiamo un punto fermo nel nostro lavoro di docenti ed educatori: ci dirigeremo nella direzione esattamente opposta a quanto ci indica.

L’educazione civica, secondo lei deve ‘incoraggiare lo spirito di imprenditorialità, nella consapevolezza dell’importanza della proprietà privata’. In modo quasi ossessivo nel documento traccia l’idea di una sorta di ‘educazione alla proprietà’. Ma cosa dovremmo farci di questo slogan vuoto? Stiamo oltrepassando finanche il senso del ridicolo, andando oltre la teoria delle tre “i” di berlusconiana memoria (inglese, impresa, internet).


Ai nostri studenti, signor Ministro, l’articolo 42 della Costituzione lo leggiamo e lo spieghiamo: ‘La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge […] allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere [..] espropriata per motivi di interesse generale‘. Dice proprio questo la Costituzione! Però non si ispira a Pol Pot ma alla dottrina sociale della Chiesa, al cristianesimo sociale di Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti.

Nelle Linee guida Lei continua, poi, con l’affermazione di sapore thatcheriano, ma in realtà generica e vuota quanto la prima, per cui dovremmo insegnare che ‘la società è in funzione dell’individuo (e non viceversa)’. Vede Ministro, se le dovesse capitare di sfogliare la Costituzione italiana scoprirebbe che il termine ‘individuo’ semplicemente non compare. E questo perché la rinuncia a questo concetto (l’angusto ‘io’ paleo-liberale chiuso nella rivendicazione egoistica dei propri diritti) faceva parte del patto tra i social- comunisti e i cattolici democratici, che lo sostituiscono con la nozione di ‘persona’ che indica ‘il singolo nelle formazioni sociali’ in cui solo si può realizzare.
La questione della patria, che lei intende come appartenenza identitaria e suggerisce di mettere al centro dell’educazione civica, merita da sola una prossima lettera. Mi consenta però di farle notare che, se sfogliasse la Costituzione, scoprirebbe che il termine “patria” compare solo una volta (perché Mussolini lo aveva profanato e disonorato) e per di più non ha niente a che fare con ‘i sacri confini nazionali’ da difendere o l’italianità quale identità da salvaguardare contro la minaccia della sostituzione etnica.

La patria è il patrimonio dei padri e delle madri costituenti, vale a dire le istituzioni democratiche non separabili dai valori costituzionali: l’eguaglianza, la libertà, la pace, la giustizia, il diritto di asilo per lo straniero ‘che non ha garantite le libertà democratiche’. I patrioti non sono quelli che impediscono lo sbarco dei migranti, ma coloro che ogni giorno testimoniano il rifiuto della discriminazione. Così come patrioti non erano i fascisti che hanno svenduto la patria a Hitler e l’hanno profanata costringendo milioni di italiani ad offendere altre patrie, ma i membri dei GAP (che non erano i ìgruppi di azione proletaria come ebbe a dire, per dileggio, Berlusconi), ma i ‘gruppi di azione patriottica’ (appunto), che operavano nella Brigate Garibaldi dei patrioti comunisti italiani, protagonisti della Resistenza quale secondo Risorgimento.

Ci consenta di formare i nostri studenti ispirandoci a chi di patria si intendeva: non a Julius Evola o Giorgio Almirante, ma a Giuseppe Mazzini che ha ripetuto per tutta la vita che la patria non è un suolo da difendere avidamente ma una ‘dimora di libertà e uguaglianza’ aperta a tutti: ‘Non vi è patria dove l’eguaglianza dei diritti è violata dall’esistenza di caste, privilegi, ineguaglianze. In nome del vostro amore di patria, combattete senza tregua l’esistenza di ogni privilegio, di ogni diseguaglianza sul suolo che vi ha dato vita’. (Dei doveri dell’uomo). Mazzini non contrapponeva la patria all’umanità, ma la considerava il mezzo più efficace per tutelare la dignità di ogni essere umano: ‘I primi vostri doveri, primi almeno per importanza, sono verso l’Umanità. Siete uomini prima di essere cittadini o padri. […] In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte per il diritto, per il giusto, per il vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siete tutti fratelli’. (Dei doveri dell’uomo)

E ci consenta, da educatori democratici, di trascurare le sue Linee guida, perilluminare le coscienze dei giovani con le parole di don Milani: ‘Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri’.

Egregio Ministro, dal momento che la costruzione di una cittadinanza consapevole avviene anche attraverso l’esercizio della memoria storica e civile, Lei ci ha inviato a una circolare con cui ha bandito un concorso per le scuole con lo scopo di celebrare la ‘Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo’. Il titolo del concorso: ‘1945: la guerra è finita!’.


Incredibile! Il 25 aprile 1945 che, prima dell’era Valditara, era semplicemente e banalmente la ‘liberazione dal nazifascismo’ ora diventa un momento della ‘Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo’. Cosa dovrebbero ricordare le giovani generazioni nella sua bizzarra idea di memoria civile? Ecco il suo testo: ‘il popolo che ha subito sulla propria pelle gli orrori di quel tremendo conflitto, dai bombardamenti degli alleati alle rappresaglie nazifasciste [equiparati!] fino agli ordigni bellici inesplosi che, nei decenni a venire, hanno continuato a produrre invalidità e mutilazioni’. E tutto per andare ‘al di là della tradizionale lettura vincitori-vinti’, opposizione che attentamente sostituisce quella di antifascisti/liberatori e fascisti.

Capisce, signor Ministro, perché ci sentiamo soli nella trincea? E perché le ho detto che è ‘passato al nemico’ (il nemico è la parzialità, la manipolazione, la contrapposizione faziosa). Ma noi siamo combattenti testardi. Non avendo capi politici da lusingare, la nostra coscienza e la Costituzione antifascista sono le nostre uniche e inderogabili ‘linee guida’ da seguire nel formare cittadine e cittadini liberi e consapevoli.

Egregio Ministro, spero che queste parole non mi costino quella decurtazione dello stipendio che ha inflitto a un mio collega per aver pronunciato delle parole che Lei non ha gradito. Sarebbe non solo grave ma anche di cattivo gusto anche perché di recente insieme ad altri ministri lei lo stipendio ha cercato di aumentarselo.


P. S.
Le sue Linee guida stanno conseguendo i primi risultati. Qualche giorno fa uno studente che aveva studiato la divisione dei poteri di Montesquieu ha osservato che se un ministro fa una manifestazione sotto un tribunale per difendere un altro ministro sotto processo viola la separazione dei poteri. Aggiungendo che un ministro non è un semplice cittadino ma un membro dell’esecutivo, cioè di un potere dello stato. Gli ho risposto che ha ragione e gli ho dato un ottimo voto in educazione civica”.

Sentenza Salvini: l’abuso c’era, ma non è più reato

https://infosannio.com/2024/12/22/sentenza-salvini-labuso-cera-ma-non-e-piu-reato/

Sentenza Salvini: l’abuso c’era, ma non è più reato


(Di Antonio Esposito – ilfattoquotidiano.it) – Come è noto, il 20 agosto 2019 la Procura di Agrigento dispose il sequestro della nave Open Arms, facendo sbarcare circa 150 migranti, costretti a vivere per 20 giorni sotto il sole, ammassati sulla tolda dell’imbarcazione, con soli due bagni alla turca, in condizioni disumane perché un ordine del ministro dell’Interno Matteo Salvini ne aveva vietato lo sbarco.
In seguito all’autorizzazione del Senato, l’allora ministro di Polizia è stato portato a giudizio del Tribunale per rispondere dei reati di sequestro plurimo di persona e di omissione continuata di atti di ufficio.


Il Tribunale di Palermo l’altroieri ha assolto l’imputato perché “il fatto non sussiste”, riscuotendo il plauso di quelle forze politiche e dell’esecutivo che da tempo attaccano la magistratura, rea di emettere “sentenze politiche”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha parlato, a proposito dei giudici di Palermo, di “magistrati coraggiosi”. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, è possibile già fare qualche considerazione.
Innanzitutto, va rilevato che il Tribunale non ha fatto propria la tesi di Salvini di aver agito “per difendere i confini nazionali” e di avere, quindi, “fatto il suo dovere di ministro”. Ove il Tribunale avesse accolto tale impostazione, avrebbe assolto l’imputato perché “il fatto non costituisce reato”, in quanto persona non punibile per la sussistenza della scriminante prevista dall’art. 51 del Codice penale: “esercizio di un diritto o adempimento di un dovere”. Il Tribunale l’ha, invece, assolto con ampia formula e ciò suscita qualche perplessità.


È vero che la contestazione del delitto di sequestro di persona può essere discutibile alla stregua della giurisprudenza della Cassazione, secondo cui “l’elemento oggettivo di tale reato consiste nella privazione della libertà personale intesa come libertà di muoversi nello spazio”. Ma non è meno vero che la condotta di Salvini integrasse in pieno la fattispecie del reato di abuso di atti di ufficio, avendo l’allora ministro dell’Interno esercitato i suoi poteri non solo in contrasto con l’art. 10 della Costituzione che tutela il diritto di asilo, ma anche in violazione dei diritti fondamentali: in particolare del “principio di non respingimento” e delle convenzioni internazionali, tra le quali quella Onu sui diritti del mare, che prevede l’obbligo di salvare chiunque sia in difficoltà e di sbarcarlo in un porto sicuro.


Del resto, l’esercizio arbitrario e illegale dei poteri di ministro è conclamato dalle seguenti inoppugnabili circostanze: a) ordinanza del Tar Lazio che il 14 agosto 2019 sospendeva – per violazione delle norme di diritto internazionale in materia di soccorso – l’efficacia del decreto di divieto di ingresso nelle acque italiane per la nave Open Arms, che da tredici giorni chiedeva di poter sbarcare; b) inottemperanza a tale provvedimento del giudice, poiché veniva impedita – con la presenza di forze dell’ordine sulla banchina del porto di Lampedusa (e quindi manu militari) – l’esecuzione dell’ordine del giudice amministrativo; c) provvedimento di sequestro della nave emesso il 20 agosto dal procuratore di Agrigento che, consentendo lo sbarco, impediva la prosecuzione dell’abuso in atto; d) provvedimento del Tar Lazio del 21 agosto che, attesa l’inottemperanza alla precedente ordinanza, disponeva lo sbarco dei naufraghi (che, nel frattempo, era in corso per l’avvenuto sequestro della nave da parte della Procura).


Ne consegue, che ove il Tribunale di Palermo dovesse ritenere legittimo il comportamento del ministro che ha impedito lo sbarco, ne scaturirebbe illegittimità dei provvedimenti del Tar e della Procura di Agrigento che consentivano lo sbarco, il che sarebbe francamente inaccettabile.
Non vi è, quindi, alcun dubbio circa la violazione di norme e l’inosservanza di decisioni dei giudici da parte del ministro, con conseguente danno per coloro che si trovavano a bordo della nave Open Arms.
Una decisione più corretta e più conforme a giustizia sarebbe stata, allora, quella di derubricare il delitto di sequestro di persona in quello di abuso di atti di ufficio – che avrebbe assorbito il reato di omissione di un atto doveroso dell’ufficio – e assolvere l’imputato perché “il fatto non è più preveduto dalla legge come reato” a seguito della abrogatio criminis per la “riforma” Nordio.

Contro ogni discriminazione: #sonofattituoi


 

sabato 21 dicembre 2024

R&D Vibes 21 dicembre 2024

https://www.pennaverde.it/2024/12/21/classifica-italiana-reggae-dub-2024-italian-chart-top30-red-vibes/

https://radio.sonarproject.net/media/podcast/2425/redvibes/redvibes21122024.mp3



Le trenta migliori produzioni reggae italiane del 2024 messe in classifica dalla posizione 30 alla n.1 da R&D Vibes: ascolta la chart!
Ascolta il podcast andato in onda sabato 21 dicembre 2024 su RadioSonar, Gemini Network, Radio Rogna, LautoradioRadio GradRadio Ciroma e Radio Salentina.


Come da qualche anno a questa parte, a Natale R&D Vibes vi regala la classifica delle 30 migliori canzoni reggae italiane dell’anno solare appena trascorso: il 2024.
A partire da metà dicembre del 2023 e fino a metà dicembre 2024 abbiamo segnato, puntata dopo puntata, tutte le produzioni reggae e dub italiane che più ci hanno impressionato (dove per italiana si intende un brano che annoveri almeno un producer, etichetta, musicista o cantante made in Italy).
Tantissimi brani che troverete nella nostra playlist completa su Spotify, dai quali abbiamo estratto quelle che per noi sono risultate le migliori 30 release italiane reggae e dub dell’ultima annata radiofonica.
In questo podcast natalizio, dunque, la classifica dalla posizione numero 30 alla numero 1 di quello che è diventato un vero e proprio appuntamento a cavallo tra vecchio e nuovo anno e che nelle precedenti edizioni ha visto trionfare:

2016: Moa Anbessa ft Prince David – Ever Living (Moa Anbessa)
2017: Sud Sound System – Ribelle (Believe)
2018: Rocky Ganjavox – Panico (Elianto Records)
2019: Brixton Heights – Ripe Horns (Brixton Heights Records)
2020: InDubstry – Già So (Run It Agency)
2021: Filomuzik ft. Mikelino Roots – Reggae Fever (Unemployment Records)
2022: Dubzoic ft. Luca Dread – The Highest Region (Mystic Temple Records)
2023: Insintesi, Valeria Quarta, Giulia Provenzano – Lu Cantu Dub – (Garrincha Go Go)


Alzate il volume e ascoltate il podcast per scoprire chi ha vinto la classifica delle migliori produzioni italiane reggae e dub del 2024, che di seguito abbiamo elencato in ordine alfabetico (tra parentesi l’etichetta):

– Beating Souls (RedgoldGreen)
– Blue Zone feat. Donovan Kingjay & Dub Hunters (Blue Zone Records)
– Brixton Heights Orchestra & Gaudi (Brixton Heights Records)
– Chant Vibration (One Love Records)
– De Strangers (La Tempesta Dub)
– De Strangers feat. Galas (La Tempesta Dub)
– De Strangers feat. Patois Brothers (La Tempesta Dub)
– De Strangers feat. Prince Alla (La Tempesta Dub)
– Dub All Sense feat. Terr One & Mc Baco (Dub All Sense)
– Dubzoic feat. Fikir Amlak (Mystic Temple Records)
– Filomuzik & Mikelino Roots (Filomuzik Records)
– Gopher & The Deadlocks feat. Neffa
– Idren Natural (Lion’s Choice)
– Kai Dub feat. Galas (Dub Forward Label)
– King Kietu feat. Omar Perry (TDE)
– Lone Ranger & Mario Lanza (South Rockers Records)
– Manu Mischkonsum feat. Athomos & Kiuppo (Shanti Powa Records)
– Mc Baco & Unity Selecta (King Dubbist Label)
– Michael Exodus (Dubomatic)
– Michael Exodus feat. Tommy Evok (Dubomatic)
– Niù Tennici (Redgoldgreen)
– Ntoni Montano (Redgoldgreen)
– Paolo Baldini Dubfiles & Matah (La Panchilla Records / La Tempesta Dub)
– Petross (Cabiria Records)
– Spesso Sound feat. Mc Baco (Spesso Sound)
– The Dangeroots feat. Treble & Dario Muci (M1 / Artist First)
– The Dangeroots feat. Treble & Dj War (M1 / Artist First)
– Train To Roots (Phonotype)
– Vivian Jones (Real Rock Records)
– Wicked Dub Division feat. YT (WDD)

The Ordinary Man Riddim


Soul Shakedown Party on Hitz 92 FM Jamaica December 19

https://www.podomatic.com/podcasts/piertosi/episodes/2024-12-21T01_22_20-08_00

https://piertosi.podomatic.com/enclosure/2024-12-21T01_22_20-08_00.mp3

King Jammys – Guide & Protect Dub (King Jammys Unites The Nations In Dub album, Greensleeves)

Prince Jammys – Peek & Poke (Computerized Dub album, Greensleeves)

Eccleton Jarrett – It's True (More Jammys From The Roots compilation, Greensleves)

Cocoa Tea – Crying Time (Selector Choice Vol.3 compilation, VP)

Michael Rose – Free Education (Rasta State album, VP)

King Jammys – Dub For Peace (King Jammys Unites The Nations In Dub album, Greensleeves)

Nadine Sutherland – Tell Me Now (Friends Of Marcia Griffiths compilation, Penthouse)

Marcia Griffiths – Deep In My Heart (25 Years The Journey Continues compilation, VP)

Judy Mowatt – Sweet Africa (Natty Queen Divas compilation, Tuff Gong)

Lady G/Chevelle Franklin – Nuff Respect (Nuff Respect album, Gone Clear)

Aza Lineage – Don't Say You Love Me (Strictly The Best Vol.63 compilation, VP)

Etana/Alborosie – Blessings (Forward 7”)

Etana – Mr. Jones (Nectar Of The Gods album, Free Mind Music)

Aza Lineage – God Oh God (John John single)

Claire Angel – It's Crazy (John John single)

Jah Lil – Hold Corner (Bebble Rock single)

Aleighcia Scott – Can't Be A Fool (Mash & Greens single)

Beres Hammond – Real Love (Penthouse single)

Jah9 – Match (VP single)

abusa del suo potere e rimane impunito

              abusa del suo potere e rimane impunito 




 


venerdì 20 dicembre 2024

giovedì 19 dicembre 2024


Herbman Hustling Riddim


mercoledì 18 dicembre 2024

I And I Time Riddim


Rojava sotto tiro. E la questione ci riguarda

https://ilmanifesto.it/kobane-sotto-tiro-e-la-questione-ci-riguarda

L'AUTOGOVERNO Resistendo al terrore e costruendo fra infinite difficoltà un ordine democratico ed egalitario, i curdi ci hanno insegnato la perseveranza. Oggi non si parla solo del tradimento della loro causa, ma anche del tradimento della nostra


Francesco Strazzari


Inverno 2014: si combatte a Kobane, con le difese curde schiacciate fra l’avanzata dell’Isis e il confine turco, pattugliato da militari compiacenti con i jihadisti. La Siria del dopo-Assad nasce anche nella Kobane che viene nuovamente assediata, dieci anni dopo la decisione di Obama, incalzato dall’opinione pubblica di mezzo mondo, di intervenire dalla parte di chi si mostrava capaci di resistere al dilagare di un terrore che pareva inarrestabile. Lo stesso che vendeva sul mercato degli schiavi le bambine curdo-yazide sopravvissute al genocidio. Lo stesso che, mesi prima aveva esibito quale monito all’ingresso di Azaz, fra Aleppo e la Turchia, quattro teste mozzate di curdi, inaugurando la stagione dei tagliagole. I curdi, male armati, sembravano allora una brigata di autodifesa contadina.

Le cose però cambiarono in fretta: arrivarono volontari e volontarie da ogni parte, e le sevizie piegavano le combattenti attratte dalla vocazione paritaria del confederalismo democratico curdo, le quali affluivano anche da oltre confine. Si stima che i curdi siriani abbiano pagato un tributo di 15.000 morti nella campagna contro lo Stato Islamico: fin dentro la roccaforte di Raqqa, fino a condurre le forze speciali Usa a eliminare il califfo al-Baghdadi sul confine turco. Con le poche risorse di cui dispongono, le Syrian Democratic Forces (Sdf), nerbo militare dell’autogoverno a guida curda, si sono trovate a gestire decine di migliaia di prigionieri sopravvissuti all’ultima battaglia dell’Isis, schiacciate fra il rifiuto degli stati ad accettarne il rimpatrio e i continui tentativi di ribellione.

Si suppone che il nuovo califfo dello Stato Islamico si nasconda oggi lontano dal Levante, probabilmente nel Puntland somalo. Giorni fa, Isis ha ucciso un ministro dell’Emirato afghano, un eroe di guerra talebano appartenente al clan Haqqani. In Siria si appresta a chiudere il 2024 con più di 700 attacchi portati a compimento, tre volte più che nell’anno precedente: azioni sempre più frequenti, sofisticate e non più limitate alle infrastrutture petrolifere nella regione presidiata dalle truppe americane che schierate a fianco delle Sdf. Gli Stati uniti mantengono sul terreno 900 uomini e hanno ben chiaro che, oggi come allora (si pensi alla Libia post-Gheddafi), i miliziani jihadisti agiscono ritagliandosi margini di manovra lungo le linee di faglia di conflitti esistenti: i comandi Usa hanno dichiarato di aver colpito a scopi preventivi l’Isis un’ottantina di volte solo nelle ultime due settimane di caos siriano.


LA REDAZIONE CONSIGLIA:

«Le unità di difesa popolari curde devono sciogliersi o verranno sciolte» 


In parallelo all’offensiva di Hayat Tahrir al-Sham che ha fatto crollare il regime di Assad, si sono mosse a nord le milizie della Syrian National Army (Sna): finanziati dalla Turchia, si tratta in larga misura di paramilitari dal passato jihadista, distintisi per le violenze e le estorsioni nelle regioni siriane controllate da Ankara. Dopo il ritiro delle Sdf da Manbij, città a maggioranza araba sul lato occidentale dell’Eufrate, un cessate il fuoco mediato dagli americani la scorsa settimana ha riportato i miliziani islamisti nuovamente in vista di Kobane. Un’occasione ghiotta per la Turchia di Erdogan, che da anni insiste per una “fascia di sicurezza” di 22 miglia lungo la quale operare dentro il confine siriano contro ‘i terroristi del Pkk’: così le Sna hanno rotto il cessate il fuoco e i turchi hanno iniziato a smantellare il muro sul confine di Kobane, ammassando incursori e artiglieria. Lo scopo è spazzare via l’autogoverno curdo a est dell’Eufrate, prendendosi 120km di confine. Nel fare questo, la Turchia si dichiara pronta a rilevare la campagna anti-Isis in Siria, e muove tutti i fili che controlla nella regione, incluse le fazioni curde tradizionaliste e i clan politici che governano la regione autonoma del Nord dell’Iraq: i cosiddetti ‘curdi buoni’ protetti da Ankara. Intanto i leader «terroristi» del Rojava accettano la nuova bandiera della rivoluzione siriana, si appellano a Trump, chiedendo di fermare Erdogan: non è chiaro se Washington lascerà ai turchi lo spazio aereo di cui hanno bisogno per colpire.

Per sua parte, la ministra tedesca degli esteri, Annalena Baerbock, ha reso omaggio a Kobane e al Rojava, chiedendo a Erdogan di rispettare la sovranità siriana, mentre dall’Italia arriva silenzio.

I capi delle milizie filoturche sono andati a Damasco cercando l’acquiescenza al nuovo uomo forte, al-Julani, che in effetti non pare incline ad una visione decentrata o federale del nuovo ordine politico siriano. I nuovi leader non sono certo semplici emissari di Ankara, ma sono sopravvissuti per anni all’ombra del confine turco. I conti fra le diverse fazioni rivoluzionarie sono aperti e complessi, quantomeno da quando Assad liberò islamisti e jihadisti al fine di avvelenare i pozzi della rivolta contro il regime.

La questione curda abbraccia l’intera regione mediorientale. Ci parla non solo di Turchia e Siria, ma anche dei e delle militanti del movimento Donne Vita Libertà, che l’Iran perseguita fin dentro le città irachene, costringendo alla fuga sui barconi fino alle coste calabresi, fra naufragi-fantasma e arresti con accuse di scafismo. Accanto ai curdi abbiamo visto mobilitarsi in questi giorni altre minoranze siriane, inclusi gli armeni che temono la pulizia etnica già vista nel Nagorno Karabakh.

Resistendo al terrore e costruendo fra infinite difficoltà un ordine democratico ed egalitario, i curdi ci hanno insegnato la perseveranza. Oggi non si parla solo del tradimento della loro causa, ma anche del tradimento della nostra.



martedì 17 dicembre 2024


 

Soul Shakedown Party 17 dicembre 2024

https://www.podomatic.com/podcasts/piertosi/episodes/2024-12-17T14_54_44-08_00

https://piertosi.podomatic.com/enclosure/2024-12-17T14_54_44-08_00.mp3

Lee Perry – I Am A Madman (Trojan/Real Rock single)

Lee Perry – Supernatural (Ariwa single)

Ashanti Selah – Leaders Of Liberation (Ariwa single)

Dubmones/Earl Sixteen/Oku Onuora – I Believe In Miracles (Gaudi Rmx) (Echo Beach single)

King Jammys – Climate Action Change (King Jammys Unites The Nations With Dub album, Greensleeves)

Hornsman Coyote/House Of Riddim – Humble Fire (Madman Slide album, HOR)

Jah Lil – Hold Corner (Bebble Rock single)

Iotosh – Bad News (For The People EP, Iotosh)

Protoje – Barrel Bun (The Jamaica Situation EP, Ineffable)

Queen Omega - Jah Dawta (acoustic) (The Bombist single)

Jah9 – Match (VP single)

Aleighcia Scott – Don't Be A Fool (Mash & Greens single)

Etana/Randy Valentine – Vibration (Nectar Of The Gods album, Freemind Music)

Aza Lineage – Don't Say You Love Me (Strictly The Best Vol.63 compilation, VP)

No Finger Nails/Miss Mykela – Warrior (Riddims & Friends Vol.1 album, No Finger Nails)

No Finger Nails/Francisca – Get Up & Fight (Riddims & Friends Vol.1 album, No Finger Nails)

Afrikan Simba/Mikey General – Circle Mama Africa (Mission album, Reality Shock)

Afrikan Simba – Bright Eyes (Cultural Warriors single)

Paulinho – Live Or Die (Humanity album, Cool Up)

King Kietu/Omar Perry – Omar Fly (King Kietu)

Ginjah/Bounty Killer – Tun Up (Tad's single)

Ziggi Recado – Don't Stay Far (Oneness single)

Little John – Rub A Dub One (Redman International We Run Things compilation, 17 North Parade)

Dennis Brown – If This World Was Mine (Tad's 10”)

Sugar Minott – Beg You Put It Down (Midnight Rock/Acid Jazz Roots single)

Jah Thomas – Midnight Rock (Music Maker From Jamaica compilation, Midnight Rock/Acid Jazz Roots)

Eek-A-Mouse – Operation Eradication (Grensleeves 12”)

Eek-A-Mouse – Noah's Ark (Grensleeves 12”)

Ranking Joe – Tribute To John Lennon (Choice Of Colour album, Tad's)

Nigger Kojak – Penitentiary (Nigger Kojak 12”)

Purple Man – King Of The Way (Trojan 12”)

Al Campbell – Jah Love (High Power 12”)

Jimmy Riley – I Try Again (Taxi 12”)

Horace Andy – She Gone (Taxi 12”)

Triston Palmer – Spliff Tail (Black Solidarity 7”)

Barry Brown -.Warmonger (Flabba Sounds 12”)

Jackie Parris – When You Are Young (Blank 12”)

Johnny Osbourne – Give A Little Love (Greensleeves 12”)

Dennis Struggle Hamilton – Come Along Love (Dub Plate 12”)