sabato 19 novembre 2011

Ecco come Internet sostiene gli indignados

http://blog.panorama.it/hitechescienza/2011/10/22/non-solo-twitter-e-facebook-ecco-come-internet-sostiene-gli-indignados/

Quanti sono gli indignati di tutto il mondo? Difficile fare una stima esatta, ma una cosa è certa: senza la cassa di risonanza offerta daInternet e dalle nuove tecnologie la voce dei dimostranti sarebbe decisamente più flebile. Non ci sono solo FacebookTwitter o i siti “istituzionali” come Occupy Wall Street e Occupy Together ad amplificare la protesta degli Zuccotti boys di tutto il mondo contro il sistema capitalista e le lobby finanziare. Fra le maglie di Internet c’è tutta una comunità di programmatori e sviluppatori che ha deciso di dare il suo personalissimo contributo all’indignazione collettiva esplosa nelle ultime settimane. È il caso di Matt Ewing, il fondatore di una società di green tech, che la scorsa settimana ha indetto a San Francisco una vera e propriamaratona dell’hacking a sostegno del movimento Occupy Wall Street.Occupy the Web, hacking for the 99 percent, questo il nome dell’iniziativa, ha coinvolto un manipolo di sviluppatori che probabilmente non hanno mai sfilato con un cartello in mano ma che si sentono accomunati da un obiettivo condiviso: dare una spinta tecnologica alle attività degli indignati. “Chi protesta può muoversi molto più velocemente grazie alla tecnologia, anche se ciò facilita la disaggregazione. Succede così nel 21esimo secolo, commenta Ewing che preferisce parlare di movimento “distribuito”. Un’idea, quella di Ewing, che ha contagiato anche gli smanettoni dell’altra sponda del Continente americano, radunatisi per l’occasione a New York e a Washington. Il risultato dei tre hacker-raduni è ben visibile all’interno di Occupy The Web una sorta di incubatore online delle migliori idee a supporto alle occupazioni locali. Qui di seguito una rassegna delle più interessanti. 
Occupy The Hub “C’è bisogno di vedere e di sentire il supporto, anche senza essere fisicamente presenti nei luoghi della protesta”, afferma Kyle Kesterson, cofondatore di una società di giochi che ha deciso di aprire Occupy The Hub un sito Web nel quale vengono raccolti i tweet, i ”like” di Facebook o i video provenienti degli indignati di San Francisco. 
RideHack Un supporto ancora più concreto è quello offerto dal sito di car poolingRideHack, che ha messo a disposizione una sezione ad hoc(OccupyTogether) per tutti coloro che vogliono recarsi nei luoghi della protesta condividendo il proprio mezzo di trasporto.

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