martedì 28 maggio 2019

Alessandro Casalini - Fedeli al vinile: Una divertente commedia umana a 33 giri


THE WALL...

Nessuno sembra capire i miei problemi.
A scuola mi prendono in giro perchè non vesto alla moda e non amo la musica che ascoltano tutti.
A casa, i miei, vorrebbero vedermi sgobbare suoi libri giorno e notte.
Non ho la fidanzata. E non la voglio nemmeno. Almeno non per ora.

E poi c'è quel tizio che fa lo sbruffone. Quello che ogni mattina pretende che io gli dia i soldi per le sue sigarette.
Io glieli do i soldi. Non sono mica così scemo da voler fare a pugni con uno in grado di rimescolarmi tutte le ossa.
Nossignori. Non vestire alla moda e non amare la musica "da classifica" non vuol dire essere stupido.
La verità è che io i soldi glieli do per un motivo ben preciso.

"Fuma," mi dico ogni giorno mentre, col sorriso sulle labbra, gli passo il solito deca "fuma fino a consumarti le dita... e poi crepa."

Proprio così. Gli auguro di morire a quel tizio. "Che il fumo ti impregni i polmoni fino a renderli neri come la morte."
Lo so. Non è una bella cosa. Ma non è bello nemmeno prendersela con uno più piccolo di te. Uno che si fa gli affari propri e che non rompe le scatole a nessuno. Proprio come me.

Mi sento diverso.
Migliore o peggiore non conta. Quello della comparazione basata sul trend generazionale è un metro di giudizio ormai obsoleto.
Vivo in un mondo sghembo. Privo di punti in comune con quello delle persone che mi circondano.

E' un casino, ragazzi.
Intendo l'adolescenza.
Quando gli ormoni prendono il comando, e la chimica sottomette il buonsenso, tutto diventa terribilmente complicato. Troppo complicato.

Lo dico da adolescente. Però come se fossi già adulto. Come se stessi crescendo al doppio della velocità dei miei coetanei.
Che fregatura.
Se continuo così, quando i miei amici avranno vent'anni io sarò già un uomo di mezza età. E quando loro festeggieranno i 50, beh... credo abbiate capito.

Io però ho un asso nella manica.
Un luogo dove tutto diventa possibile. Anche l'impossibile. Un'anomalia del continuum spazio-tempo dove i bulletti dipendenti dalla nicotina non esistono.

Io lo chiamo IL MURO - THE WALL.
E' una parete fatta di storia, ma non il genere di storia che si trova sui libri di scuola. Nessun professore al mondo ve la racconterà mai, questo tipo di storia, perchè qui di fronte al MURO - a differenza delle vicende documentate di Giulio Cesare, Napoleone e Mussolini - la faccenda assume connotati straordinari a ogni ascolto.

Lo so cosa state pensando: la chimica, oltre che scombussolarti il corpo, ti ha fritto anche il cervello. Stai delirando.
Non è così. E ora ve lo spiego.

IL MURO vive di vita propria. Respira, sorride, si incazza, piange come tutti noi. Dipende da che pezzettino del suo corpo si sceglie di appoggiare sul piatto.
Ci sono giorni in cui mi urla in faccia di darmi una svegliata, e per farlo scomoda tizi come Plant, Gillan o Bon Scott. Voci taglienti che mi fanno gridare di dolore.
Altri giorni invece mi coccola come un padre, e lo fa attraverso le voci calde e avvolgenti di Barry White, Frank Sinatra e, nei casi più disperati - quando mi sento davvero giù -, con la voce del Re in persona. Elvis.
Quando l'ho combinata davvero grossa invece - in circostanze in cui nemmeno un padre potrebbe capirmi o addirittura perdonarmi - beh, allora IL MURO assume le sembianze di una madre comprensiva. Aretha mi prende tra le sue braccia e mi sussurra che tutto andrà bene; che tutto si risolverà. Io non ci credo, almeno fino a quando non appare Janis, che non manca mai di farmi notare che rispetto alle sue, di marachelle, le mie sono "robetta". A lei mi viene più facile crederle. In fondo, non è altro che una ragazzaccia come me.

Quello che voglio farvi capire con queste righe, è che IL MURO ti ascolta, ti comprende, ti aiuta a superare i momenti difficili.
E io, per ringraziarlo di tutta questa attenzione nei miei confronti, cerco di fare mia la sua storia. Tra una canzone e l'altra leggo. Anzo no, studio. Date, nomi di musicisti, studi di registrazione, e anedotti legati a quel particolare tassello del mosaico che ho appena estratto dal suo corpo e che ora, grazie a un trapianto virtuale, fa parte anche un po' del mio.

Quando parlo col MURO, la linea del tempo si trasforma in una curva.
"Prima" e "Dopo" si riducono a concetti privi di significato.
Tutto quando diventa ORA.

Ci sono immagini capaci di ispirare. Questa in particolare mi ha colpito al cuore. E' successo un paio di giorni fa. Navigando per il web.
Credo esprima solitudine e, allo stesso tempo, l'esatto contrario.
Un ragazzo solo in una stanza, ma con migliaia di amici intorno a sé.
Ecco cosa ho pensato quando ho visto questo disegno.
Il resto sono solo parole con la musica dentro.



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