martedì 17 luglio 2018

Rory Gallagher – Il bluesman bianco con la camicia a quadri - Fabio Rossi


https://www.mescalina.it/libri/recensioni/fabio-rossi/rory-gallagher--il-bluesman-bianco-con-la-camicia-a-quadri

di Maurizio Galli

“Tutto quello che desidero è salire sul palco e suonare fino alla fine” Rory Gallagher

14 giugno 1995. Di colpo tutte le radio e tv del paese interrompono le trasmissioni dei loro programmi. La notizia è di quelle che nessun irlandese (e non solo) avrebbe mai voluto sentire: "Rory Gallagher è morto".

Quarantasette anni di puro e cristallino talento rock blues. Un musicista dalle profonde e radicate radici folk per questo spesso definito dai media e dagli estimatori come l’artista folk che viveva in un mondo elettrico. Un musicista che, nonostante non abbia ricevuto nessuna formazione musicale, aveva consolidato nel tempo una solida reputazione da guitar hero.

Dal punto di vista umano era sconsiderato un uomo schietto e sincero. Un uomo che, con la sua amata e scrostata Fender Stratocaster acquistata nel 1963 di seconda mano per cento sterline al Crowley`s Music Center di Cork ([…] si poteva quasi sentire il battito del suo cuore che rimbombava nel legno del corpo di quella chitarra […]), era riuscito nell’impresa che nessun politico del periodo riuscì neppure a sfiorare: pacificare, con la propria musica, gli irlandesi; unire sotto un solo credo musicale cattolici e protestanti, lealisti e indipendentisti.

Un musicista tanto talentuoso e innamorato della propria musica da potersi permettere, nel 1975, di rifiutare la proposta di entrare a far parte dei Rolling Stones in sostituzione del chitarrista Mick Taylor (a sua volta entrato in sostituzione di Brian Jones).

Questi sono solo alcuni degli innumerevoli aneddoti riguardanti la vita e la carriera artistica di cui si è occupato Fabio Rossi all’interno del suo nuovo libro Rory Gallagher il bluesman bianco con la camicia a quadri pubblicato per Chinaski Edizioni e presentato lo scorso 7 ottobre a Cerea in occasione dell’8° edizione del Blues Made in Italy.

Giusto due parole sull’autore del libro. Fabio Rossi, romano, classe 1961, appassionato di rock e profondo conoscitore del genere progressive, in particolar modo di quello inglese della prima metà degli anni ’70. E’ stato inoltre uno storico collaboratore della webzina metallized. Senza timore di smentite possiamo definire il suo 2017 un annus mirabilis in quanto ha (giustamente) continuato a raccogliere consensi per il suo libro Quando il rock divenne musica colta Storia del Prog e ha dato alle stampe questo nuovo saggio su Rory Gallagher.

107. Tante sono le pagine che compongono il libro. Pagine scritte con uno stile chiaro e scorrevole. Pagine scritte con una passione tale da tenere il lettore impegnato nella scoperta di tutte le tappe musicali della vita dell’artista. Il viaggio inizia dal momento in cui Gallagher, per la prima volta, prese in mano il suo primo strumento musicale: un “banale” ukulele di plastica con impressa l’immagine de il Re del Rock and Roll (Elvis Presley) e pone l’ultima pietra miliare proprio in corrispondenza di quel fatidico 14 Giugno del 1995. In mezzo a questi due momenti troviamo tutte le tappe di cui poco sopra accennavamo: il suo primo gruppo musicale (Fontana prima e The Impact dopo), la nascita e il tramonto dei Taste, la carriera solista, la collaborazione con Muddy Water, la nascita del capolavoro Live! ...

Il libro, tra gli altri, comprende anche due “sfiziosi” capitoli; il primo intitolato Hanno detto di lui, in cui l’autore offre la voce a quattordici colleghi-fan dell’artista e l’altro in cui Fabio Rossi raccoglie dieci racconti di altrettanti fan italiani che hanno avuto l’onore e l’indiscusso piacere di vederlo suonare live. Rimanendo in zona bel paese il libro riporta anche l’interessante elenco di tutte le esibizioni di Rory Gallagher in Italia a partire dalla prima avvenuta nel Febbraio del ’72 al Teatro Lirico di Milano.

Un saggio particolarmente ricco di approfondimenti, di (alcuni) testi tradotti in italiano (a cura di Nicoletta Boazzelli e Thomas Guiducci) e aneddoti raccontati dall’autore del libro e da chi ha avuto modo di essere vicino a Gallagher (il fratello Donal, Michael Crowley, etc…).

Il fatto di trovarsi davanti alla prima biografia in italiano dedicata al chitarrista ([…] In un certo qual modo ho inteso rendergli giustizia cercando di colmare una delle tante lacune che affliggono la nostrana saggistica musicale […]) non dovrebbe lasciar dubbio sul motivo dell’acquisto. Aggiungeteci che vi trovate dinanzi ad un vero e proprio atto d’amore verso un artista che ha dedicato tutta la vita alla sua arte. Conclusione: un libro assolutamente da avere e da leggere !


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