domenica 8 dicembre 2013

Alessandra Izzo - Frank e il resto del mondo

Fa molto piacere che una donna scriva sul grande Frank ed è sempre importante che escano libri su uno dei fondamentali artisti del '900 musicale e non

http://xl.repubblica.it/articoli/frank-e-il-resto-del-mondo-il-libro-di-alessandra-izzo/7348/
Intervista alla giornalista che ha appena pubblicato il libro dedicato al grande artista a venti anni dalla sua scomparsa

È scomparso il 4 dicembre del 1993. Era uno dei più geniali musicisti, autori, compositori e arrangiatori della storia, quello con il look inconfondibile e il baffo importante, lo sguardo penetrante, il passaporto statunitense e le amate origini siciliane. Frank Zappa fu capace di incantare un pubblico trasversale sperimentando tra rock, jazz teatro e cinema, animazione e testi con protagonista la denuncia sarcastica e seria della società. «Il mio libro è un omaggio all’uomo che più di tutti ha influenzato il mio percorso personale e lavorativo», ci racconta la giornalista e press office Alessandra Izzo (I DuellantiRockstarRadio2) in libreria con lo straordinario romanzo celebrativo nel ventennale dalla sua scomparsa, Frank e il resto del mondo (Armando Curcio Editore – collana Electi), un vero e proprio affresco della vita e delle opere, del pensiero e della musica di quello che lei stessa definisce «il più grande compositore del 900».
«Conobbi la sua musica nella mia Napoli degli anni 70. Fui rapita dal rock e mi innamorai dei Led ZeppelinBowie e tanti altri, ma Frank mi colpì più di tutti: la sensazione era quella di ascoltare una sorta di Mozart moderno, un satiro musicale illuminato, il cui puzzle andava ricostruito perché talmente vario da essere caleidoscopico e affascinante».
La Izzo, nel suo libro, ha voluto ricostruire questo mosaico storico e personale di Zappa in quattro anni di lavoro, compreso uno di interruzione a causa della morte di Jimmy Carl Black, membro dei Mothers Of Inventions di Zappa e grande amico del nostro. «Per ricostruire l’uomo Zappa ho voluto e dovuto letteralmente rincorrere tanti personaggi internazionali che l’hanno accompagnato in momenti diversi della sua vita, dalla sorella Patrice “Candy” all’ottantenne Bunk Gardner, passando per Ed Mann o Ike Willis che ho seguito in lungo e in largo tra telefono e skype, perché impegnati in tour mondiali e registrazioni».
E Alessandra conobbe personalmente Frank: «fin da ragazzina ero determinata a conoscere i musicisti che amavo per capirne di più e innamorarmi completamente del loro genio. Negli anni 80 eravamo tutti ex figli dei fiori e neo punk, io inseguivo il “Sogno Americano” e andare a Roma non mi sarebbe bastato. Volevo raggiungere la culla della musica e del cinema, Los Angeles, e riuscii nell’impresa. Zappa mi regalò tutto come persona e come lavoratrice in questo mondo: ancora oggi mi sento come lui, che era un “libero battitore”, con una libertà che mi donò ispirazione più di ogni altra cosa. Ciò che più mi spiace è che non fu tanto amato in patria quanto qui in Europa: lo avrebbe decisamente meritato».
Una musica completa, quella di Frank Zappa, capace di conquistare i contemporanei e i posteri gettandosi trasversalmente nelle arti, dal cinema all’animazione e passando per le collaborazioni illustri e la scoperta di tanti nomi di spessore della musica e non solo (Tanino Liberatore su tutti – ndr). «Ascoltando profondamente la musica di Frank risulta ancora oggi complessa e avanguardistica: fu in grado di mescolare una densa sperimentazione alla poesia dei testi, cervellotica ed ironica al contempo. Era una nota vivente, un artista totale che si discostava dai contemporanei perché la sua creatività non fu mai veicolata dall’uso di droghe sintetiche, per esempio: le detestava ed era molto severo con i suoi musicisti soprattutto sotto questo frangente”.
Proprio la severità di Zappa con i suoi è una delle caratteristiche da sempre maggiormente messe in evidenza tra racconti e biografie: “non ammetteva errori a livello tecnico, e le sue sessioni di prova di concerti e registrazioni erano veri e propri live, perfetti e completi. Non prevedeva l’improvvisazione, era un compositore, anche se al momento del concerto davanti al pubblico si abbandonava all’estro in piccole variazioni che sorprendevano i suoi musicisti, i quali essendo così ben allenati non cadevano nel tranello».
La Izzo accosta Bob Dylan e David Bowie al Maestro («furono grandissimi sperimentatori in ambiti totalmente differenti, chi più per la messa in scena e per l’estetica e chi più per il messaggio innovatore»), e racconta di come Zappa fu precursore persino della world music.
«Si interessò a un genere musicale capace di abbracciare il consenso mondiale in melodie fruibili che echeggiavano alle musiche tradizionali, prima ancora dei Genesis e di Peter Gabriel, ma il suo essere ribelle e outsider non gli permise mai sottostare alle dinamiche discografiche e perciò di ottenere un riconoscimento mainstream». E la musica oggi? «Tutto cambiato: non riesco a vedere quegli sprazzi di genio che ci furono fino agli anni 90, o almeno non mi appartengono. Sono figlia della musica 60s, 70s e 80s, oggi il panorama è completamente diverso e mi ritrovo ad ascoltare grandi mostri sacri dell’epoca in primis. Mi piace molto Jack White, ho apprezzato i primi Strokes e ilRobert Plant di oggi, mio mito con i Led Zeppelin. Anche concerti e fan sono diversi rispetto al passato: ci sono norme di sicurezza invalicabili, mentre ai tempi si poteva persino entrare nei backstage abbastanza facilmente. Diciamo che è tutto lentamente cambiato dopo l’assassinio di Lennon». Secondo Alessandra queste dinamiche si allargano all’arte tutta compreso il cinema, altro emisfero in cui lavora come ufficio stampa per diversi film ed eventi.
«Il problema principale sono sempre i soldi. Nel cinema i produttori investono meno perché non ne hanno abbastanza, di conseguenza i film non escono anche se realizzati e presentati ai festival, e a sua volta la stampa non ne parla perché poco interessanti a livello mediatico. È un po’ come il cane che si morde la coda. Credo che il futuro sia la rete, certamente, in modalità diverse da quelle di oggi, ma penso che il mondo del cinema non potrà implodere come è successo a quello della musica che oggi ripropone il passato e vive di collezionismo da una parte o è prettamente commerciale e televisivo dall’altra.
Il cinema è una forma d’arte diversa, che ha della denuncia e dell’intrattenimento al contempo, e credo ci saranno sempre gli amanti che andranno in sala senza ripiegare sui telefoni per vedere un film. Ma la rete ha anche distrutto tante altre cose, come la qualità dei contenuti. Ma questo è un altro discorso».
Perché dunque un libro per celebrare i 20 anni dalla morte di Zappa e non una forma cinematografica, documentaristica o di finzione? «Ci pensai 10 anni fa in occasione del decennale dalla scomparsa di Frank, quando scrissi un cortometraggio a lui ispirato, che però rimase sempre in panchina. Chissà, magari nel futuro potrei riprenderlo in mano per dargli vita …».
Frank e il resto del mondo, prezioso percorso biografico nella storia di Zappa tra interviste e testimonianze di chi lo conobbe e ci lavorò dall’Italia agli States, verrà presentato il prossimo 24 novembre nell’ambito delle Lezioni di Musica di Gino Castaldo ed Ernesto Assante all’Auditorium Parco della Musica di Roma, e alla libreriaArion della capitale il 3 dicembre.
A seguire un piccolo tour nelle librerie italiane dell’autrice, che illustrerà il suo lavoro.
«Ho conosciuto il suo universo e con questo libro lo racconto, tra poetica, arte, creatività, musica e cinema», conclude Alessandra Izzo.

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