http://www.legalizziamolacanapa.org/?p=6809
Nell’ultimo decennio mentre Giovanardi e Serpelloni terrorizzavano la popolazione, criminalizzando e demonizzando la cannabis come fonte di ogni male, sono aumentate la criminalità organizzata e la corruzione, sono aumentati i consumi stessi di canapa e anche le spese per il recupero sociale.
Se si legalizzasse la cannabis sarebbero ben 6 milioni in meno circa, i possibili ‘clienti’ per questi avvoltoi delle comunità di recupero, anche se non tutti i centri, per fortuna, concordano con il metodo di San Patrignano e spesso si rifiutano di riempire le loro strutture di innocui consumatori di canapa, ai quali non saprebbero nemmeno quali psicoterapie applicare, visto che malati non sono…e nemmeno criminali.
Molti Sert e molte scuole, inoltre, non si ritrovano nei piani d’azione delle attuali politiche e respingono con forza i blitz ai danni di studenti alle fermate degli autobus e nelle classi, organizzati e voluti invece dal DPA, da sempre “braccio armato” della legge Fini-Giovanardi.
Sono circa 147.000, secondo i dati del DPA, i consumatori di cannabis presenti attualmente nelle comunità in alternativa al carcere (perchè ‘dietro le sbarre’ si muore di tubercolosi e si campa di stenti), persone che pur essendo semplici consumatori di cannabis accettano di dichiararsi spacciatori o tossicodipendenti solo per poter usufruire di sconti di pena prima e di alcuni benefici dopo, per poter uscire da quell’inferno che è la galera ed espiare le loro ‘colpe’ in un altro luogo che sperano essere più umano.
Altre decine di migliaia sono invece seguiti fuori dagli assistenti sociali e dai Sert, sono soprattutto minorenni che vengono accusati di piccoli reati legati al possesso di droghe leggere oltre la soglia minima consentita, o della coltivazione anche di una sola piantina di canapa.
Circuiti dove ogni diritto civile viene sospeso e soppresso, in nome di un fantomatico recupero sociale coatto e a vita.
Per ogni “ospite” le comunità percepiscono dei fondi dal sistema sanitario locale, si viene a creare così una micro società nella società, attraverso donazioni private di denaro, di cibo e di apparecchiature e con la creazione di laboratori dove vengono lavorate, a titolo gratuito, le produzioni agricole e manifatturiere di proprietà dei centri stessi, con il consenso dei politici di turno, perché più grande e ‘capiente’ è una comunità, più saranno i soldi che vi girano attorno e più potere otterrà chi la gestisce (vedi, per l’appunto, San Patrignano, i suoi finanziatori, le pellicce prodotte, l’allevamento di purosangue e via dicendo!).
E’ un business vero e proprio, che si alimenta con il lavoro quotidiano e gratuito, ma anche della paura e del dolore dei malcapitati e che approfitta delle debolezze e dei problemi della gente che vi incappa, sempre più spesso persone comuni, vittime di una legge criminogena che di recupero non avrebbero proprio alcun bisogno.
Questi discorsi valgono anche per i CIE, i centri di identificazione ed espulsione, che prendono dallo Stato cifre sostanziose, giornaliere, per ogni immigrato clandestino ‘ospitato’.
Le leggi gemelle, la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi, fanno quindi smuovere ingenti risorse economiche, sia negli ambiti legali che in quelli illegali, soldini che “in uscita” il nostro Paese non potrebbe permettersi e che di certo non servono a tamponare o a risolvere i fenomeni relativi, nè, tanto meno, a provvedere sul serio alla sussistenza e alla cura dei consumatori di sostanze stupefacenti o degli immigrati.
“La Fini-Giovanardi non si tocca”, tuonano i suddetti personaggi da San Patrignano …e “la Bossi-Fini non deve essere abrogata”, esclama poi l’attuale vicepremier, loro compagno di partito e complice di tante marachelle politiche, e tutti fanno leva sui timori dell’opinione pubblica, sugli istinti più bassi, perché alimentando le paure si ottengono i massimi risultati con i minimi sforzi, si ottiene controllo e abnegazione.
Lanciare una politica fondata sul terrorismo psicologico e sulla paura …e procedere poi con quella della soluzione e della rassicurazione, ha sempre funzionato e funziona ancora!
La volontà è di continuare a lasciare tutto così come è, perché in questo modo continuerebbero ad essere garantiti i guadagni che ci sono stati finora, e la malavita continuerebbe ad agire indisturbata, a proliferare e a “ringraziare a suo modo” certi personaggi.
E guarda caso ce ne sono alcuni che sembrano sentirsi molto coinvolti …i vari Giovanardi, Gasparri e compagnia bella, sembrano sguazzare in questo pantano, sempre pronti a difendere l’indifendibile, a cercare di raccattare voti da un bacino elettorale fatto di anziani pieni di pregiudizi, da evasori in odor di mafia, da razzisti o fascisti nostalgici, da gente poco informata (ignorante) e soprattutto spaventata da ciò che non conosce, facilmente suggestionabile… da quella parte di Italia, insomma, a causa della quale tutto rischia sempre, di rimanere esattamente com’è.
Perché nulla deve cambiare per loro …ma per noi sì!
Giovanni M. Valentina C. – ASCIA
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