di Ilaria Urbani
Il disco uscirà a breve con una raccolta fondi dal basso. Il cantautore: "Per me Frank Zappa è un modo per capire meglio il mondo, anche quello di oggi"
"Ci vorrebbe un esercito di Frank Zappa oggi, non solo nella musica, per combattere il conformismo imperante". Daniele Sepe da anni professa una fede zappiana. Sin da ragazzino quando ha scoperto grazie al genio di Baltimora che fare musica irriverente e senza barriere era possibile. Al grande musicista, figlio di emigranti di origine siciliana, scomparso a Los Angeles nel 1993, il sassofonista partenopeo dedica l'album "Direction Zappa" nato dalla registrazione realizzata nel 2016 durante un concerto al festival "Ai confini di Sardegna e Jazz". La formazione è internazionale. L'aspetto vocale è affidato a colui che Madonna ha definito "la voce di Dio": Dean Bowman, tra i vocalist più talentuosi della scena afroamericana, già collaboratore di David Gilmour e Uri Cane. Alla batteria Hamid Drake dalla Louisiana, che nella sua carriera ha affiancato musicisti come Don Cherry e Herbie Hancock e con Daniele Sepe ha lavorato più volte fino alla primavera scorsa per il disco-omaggio a Gato Barbieri "The Cat with The Hat", insieme con Davide Costagliola che anche qui ritroviamo al basso. Alla tastiere Tommy De Paola, sodale di Daniele Sepe da sempre, e alla chitarra Joe Cristiano.
"Direction Zappa" nasce con il crowdfunding, modello di produzione dal basso più volte sperimentato da Sepe, sia per i capitoli del "Capitan Capitone" che per l'ultimo doppio album "Lockdown". " Si è rivelato una salvezza in questo periodo in cui noi musicisti siamo fermi da un anno - racconta Sepe, 60 anni, dalla spiaggia di Miseno (non rinuncia al mare neanche d'inverno) - Non sappiamo ancora quando riapriranno cinema, teatri e spazi per concerti. Per me che faccio musica da più di trent'anni, è un problema, figuriamoci per i musicisti giovani o esordienti che non hanno uno zoccolo duro di fan. A parte chi insegna musica a scuola o al Conservatorio, tutti gli altri sonno a spasso, molti cercano altri lavori. Non si può mica campare con i ristori. Nei centri commerciali si può stare in tanti, ci si può assembrare fuori a un bar, eppure non si può andare al cinema con il distanziamento e i protocolli di sicurezza. A chi chiediamo conto? Al governo dimissionario?". Daniele Sepe non rinuncia mai a ragionare sulle contraddizioni della società, qualità che ha appreso anche dalla carica energica di Frank Zappa. "Per molti Zappa rappresenta qualcosa di complicato, ma non è così - continua Sepe - io dico che oggi ci vorrebbe qualcuno che scrivesse testi come suoi. Siamo in una società un po' bigotta, manca quella maniera caustica e critica di fare canzoni sul mondo contemporaneo. La musica segue ormai il conformismo tornato protagonista. Spesso è bella musica, ben fatta, ma che non mette in discussione il sistema".
"Direction Zappa" esce a fine febbraio, per chi lo ha prenotato una copia in formato digitale con la raccolta di fondi dal basso (e per la prima volta anche in formato vinile digitale, ovvero con la copertina del vinile e all'interno una Usb da cui scaricare i brani), a marzo invece arriva la versione doppia "fisica" prodotta da Sepe con il festival "Ai confini di Sardegna e Jazz", distribuito da Goodfellas. Nell'album non ci sono solo le cover degli storici pezzi di Zappa come "American Drinks", "King Kong" e "Eat that Question" ma anche canzoni di quel periodo d'oro della musica tra i '60 e i 70, da "If 6 was 9" di Jimi Hendrix a "It's about That Time" di Miles Davis, passando per le note di "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" a "Le manine di primavera" di Nino Rota. E una suite finale di oltre 16 minuti di James Ulmer, "Jazz is Teacher and Funk is Preacher". "Sono tante le citazioni nei dischi di Zappa, come le musiche del film "Il padrino" di Rota che lui amava. Zappa per me è un grande stimolo - confida Sepe - come per tanti musicisti. Mette insieme i linguaggi più diversi: la musica classica, il jazz, il rock, la musica concreta. Da lui ho imparato a considerare la musica una grande azione, senza generi separati". Zappa per interpretare il mondo, dunque: "Anche questo di oggi, in cui con la pandemia non abbiamo visto grandi prove di gestione dalla politica, troppa confusione e mancanze. Dobbiamo imparare a ribattere con ironia alle provocazioni come Zappa. Come quando a un giornalista della tv americana che gli chiese se il suo essere capellone faceva di lui una donna, e lui rispose: "Se avessi una gamba di legno, questo farebbe di me un tavolo?"".
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