lunedì 3 ottobre 2011

Janis Joplin - Morire di business

Texana nata nel 1943 lascia il pianeta il 4 ottobre del 1970, una miscela di eroina e alcool la versine ufficiale, dopo aver scritto la storia del rock blues psichedelico dei '60. Un uragano dall'inconfondibile voce. 
"Morire di business" sostiene la tesi che dalla posizione in cui e' stato trovato il corpo si puo' dedurre che piu' facilmente si tratti di una morte traumatica piuttosto che dovuta a intossicazione letale.
da richiedere qui 
 http://www.jjoplin.altervista.org/index.htm  
dal capitolo 
Ipotesi sulla morte di Janis Joplin.
Riguardo la morte di Janis Joplin, è come se ci si trovasse di fronte a qualcosa che ha dell'inverosimile ma come nel caso di altre ricostruzioni della sua vita, sono state prese seriamente per veritiere e collettivamente condivise.
Per esempio, com’è possibile credere a questa versione dei fatti: la signora Janis Joplin si sarebbe ritirata nella sua stanza dopo aver scroccato qualche spicciolo per acquistare le sigarette alla macchinetta, poi mentre era nella sua stanza d'albergo, si sarebbe iniettata in vena una dose letale di eroina troppo pura, ma avrebbe avuto il tempo di pulire per bene la siringa, l'avrebbe ordinatamente messa nella solita cassetta e nascosta nel solito posto dentro la doccia, poi avvicinandosi al letto sarebbe collassata sbattendo il naso contro il comodino o il pavimento procurandosi una frattura secondo una versione o nulla secondo un’altra, questa morte dovuta a overdose avrebbe prodotto edema polmonare e congestione intestinale, ci sarebbe stata un'ipovolemia a livello arterioso e un'ipervolemia a livello venoso (?). Un cuore che funziona per metà, come nello scompenso cardiaco, ma come si fa ad avere a 27 anni un ventricolo sinistro quattro volte quello che dovrebbe essere! O una valvola mitrale che improvvisamente non funziona! ma non solo, l’overdose sarebbe subentrata dopo diversi minuti la presunta fatale endovenosa di eroina (?), Iniezione che le avrebbe fatto perdere ogni capacità visuo - spaziale e ogni riflesso automatico, di difesa di fronte un ostacolo, cade sbattendo la faccia a terra, questo in decimi di secondo dopo diversi minuti dall'iniezione (?).
Anche se si fosse trovata sul letto non avrebbe potuto rotolare su (…)
(...)Fenomeni come questi sono facilmente osservabili anche in chi assume oppiacei, per esempio nei luoghi frequentati da tossicodipendenti: basta andare in alcuni giardini urbani, dove alcuni di loro stanno seduti semi addormentati fin quando dura l'effetto, e si piegano in avanti - ma poco - prima di cadere per lo spostamento del corpo troppo in avanti - con un sussulto si raddrizzano immediatamente e non cadono mai.
Solo con una spinta da dietro inaspettata questi automatismi non hanno il tempo di entrare in azione, proviamo a pensare all’autoscontro o a un tamponamento, per invalidare questi riflessi la spinta deve essere forte, inaspettata e non visibile. Solo dosi massicce di antiepilettici potrebbero inibire questi neuro – funzionamenti, ma non gli oppiacei o l’abuso di alcool, quindi non era il caso di jj.
Nel referto autoptico si parla appunto di lividi sulla parte sinistra del viso: vero che dopo decine di ore i liquidi del corpo possono spostarsi dalla loro originaria sede, ma allora anche l’edema polmonare non cardiogeno non può ritenersi riconducibile a overdose; è necessario un esame tossicologico; inoltre la presenza di sangue nella bocca e nel naso: potrebbe derivare da una piccola frattura a livello della radice del naso, molte sono per esempio le morti di pugili dopo un incontro anche a seguito di microtraumi facciali e anche un microtrauma facciale come per esempio una frattura alla radice del naso può provocare la morte a seguito di uno shock neurogeno di tipo traumatico.

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