sabato 13 febbraio 2010

Fritjof Capra




nato a Vienna nel 1939, fisico e autore di fama internazionale, diventato noto con Il Tao della fisica del 1975. In questo volume Capra fa un'analisi delle analogie tra le teorie relativistiche e quantistiche della fisica moderna, e le filosofie religiose orientali, tra cui l'induismo, il Buddhismo Mahāyāna, ma in particolare il taoismo e lo zen. È infatti sorprendente come attraverso esperienze del tutto differenti, l'una (la fisica) attraverso l'empirismo razionale e codificato, e l'altra (la filosofia religiosa orientale), attraverso la meditazione e l'esperienza extra-sensoriale, giungano a conclusioni molto simili se non del tutto identiche.

http://www.riflessioni.it/testi/tao_fisica.htm



*I fisici sono giunti a comprendere che tutte le loro teorie dei fenomeni naturali, comprese le "leggi" che formulano, sono creazioni della mente dell'uomo; proprietà della nostra mappa concettuale della realtà, più che proprietà della realtà stessa. Questo schema concettuale è necessariamente limitato e approssimato, come lo sono tutte le teorie scientifiche e le "leggi della natura" che esso contiene. Tutti i fenomeni naturali sono in definitiva interconnessi, e per spiegare uno qualsiasi di essi dobbiamo comprendere tutti gli altri, il che, ovviamente, è impossibile.I grandi successi della scienza sono dovuti alla possibilità di introdurre approssimazioni. In tal modo, se ci si accontenta di una "conoscenza" approssimata della natura, si possono descrivere gruppi di fenomeni opportunamente scelti, ignorandone altri meno importanti. Così è possibile spiegare un gran numero di fenomeni a partire da alcuni di essi, e di conseguenza si possono capire diversi aspetti della natura in modo approssimativo senza dover comprendere tutto quanto in una volta sola. Questo è il metodo scientifico; tutte le teorie e i modelli scientifici sono approssimazioni della vera natura delle cose*


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